Il romanzo del dopoguerra
In sintesi
Redazione De Agostini
Romanzo tedesco | Privo di grandi personalità e di opere di primissimo piano, il romanzo tedesco fu attraversato prevalentemente dalla volontà di fare i conti con la realtà materiale e con la vita dell'individuo. Tra gli autori: Koeppen, Nossack, Andersch, e in particolare Arno Schmidt, originale figura di sperimentatore linguistico e narrativo, che assume in primo luogo la tecnica joyciana del flusso di coscienza e si muove nella direzione del decostruzionismo. Un caso a parte è invece quello di Heinrich Böll. |
Böll | Narratore di felice inventiva e spiccata riuscita nei racconti brevi, polemico nei confronti dell'assetto politico della Germania postnazista, sin dai primi scritti mise a fuoco il suo motivo di fondo: l'invadenza e la sopraffazione che i meccanismi collettivi della società industriale totalitaristica esercitano sull'individuo. Nobel della letteratura nel 1972. |
Le opere | I romanzi più efficaci della prima produzione di Böll sono: E non disse nemmeno una parola (1953); Opinioni di un clown (1963), lungo monologo di un saltimbanco, caparbio ed emotivo, ribelle nei confronti del perbenismo borghese e del mondo cattolico influente. Foto di gruppo con signora (1971) è considerato una delle sue opere migliori, mentre il romanzo successivo, L'onore perduto di Katharina Blum (1974), il testo più letto di Böll, è un violento attacco alla stampa scandalistica condotto sulla scorta di un fatto di cronaca. Gli ultimi lavori di Böll non hanno, invece, incontrato il favore della critica. |
Lo stile | La lingua impiegata è essenziale, i costrutti semplici, la narrazione fluida, secondo una formula simile a quella del neorealismo italiano, anche se il racconto di Böll rimane marcato da una godibilissima vena beffarda. |
Letteratura austriaca | Sulla spinta degli autori più giovani, la letteratura austriaca seppe esplorare ripetutamente le possibilità del linguaggio, tentando nuove forme di prosa e di poesia. Gli autori: Saiko; Urzidil; Aichinger; Sperber, che descrive la crisi dell'individuo nell'epoca del totalitarismo; Doderer, che descrive il processo di maturazione attravverso il quale l'individuo cresce da una torpida esistenza di conformismo sociale a un'autentica vita individuale e che nei due monumentali romanzi “viennesi” (La scalinata, 1951; I demoni, 1956), s'ispira alla tradizione del romanzo naturalista ottocentesco; la Bachmann che indaga la dicibilità dell'esperienza e le possibilità del linguaggio. |