La letteratura del Novecento
La profonda lacerazione umana, sociale e politica che accompagnò la prima guerra mondiale si manifestò in forma traumatica nell'espressionismo, con notevoli risultati sia nella poesia, sia nel teatro, sia nel romanzo. Tra le due guerre si ebbero anche importanti romanzi sperimentali per opera di H. Broch e di R. Musil, il quale per altro verso rientra, con Hofmannsthal, K. Kraus, J. Roth e S. Zweig, in quel filone della letteratura austriaca che s'incentra sul “mito asburgico”.
L'avvento del nazismo spezzò nettamente in due parti il mondo letterario e culturale tedesco; numerosi esponenti di primo piano emigrarono; alcuni autori, pur non aderendo pienamente al regime, seguitarono a pubblicare in patria; altri sposarono l'ideologia del regime. Dopo il 1945 si avviò, in una Germania divisa (fino al 1989, anno del “crollo” del Muro di Berlino), un faticoso processo di discussione e superamento del recente passato. Il rinnovamento delle forme letterarie propugnato dal Gruppo '47 portò anche a prove sperimentali nella Germania federale e in Austria. Nella Germania Orientale, ufficialmente ancorata al realismo socialista, i tentativi di rinnovamento furono più timidi, benché sovente interessanti. Gli sviluppi più recenti mostrano, soprattutto in Germania, il persistere di una letteratura impegnata, in particolare sul tema della riunificazione delle due Germanie, mentre la generazione più giovane, incline a evitare l'attualità, ha saputo proporre romanzi di ottima fattura.