Altri protagonisti della prosa romantica
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Kleist, l'apogeo del teatro romantico
Temperamento inquieto, formatosi nel clima dell'illuminismo ma con aneliti romantici, Heinrich von Kleist è considerato unanimemente tra i massimi drammaturghi tedeschi di sempre.
La vita
Kleist, (Francoforte sull'Oder 1777–Wannsee 1881) nacque in una famiglia i cui membri erano profondamente radicati nello Stato prussiano, avendo spesso ricoperto importanti cariche pubbliche, soprattutto militari. Proseguendo tale tradizione, già all'età di 14 anni il giovane fu avviato alla carriera militare; diventato ufficiale prese parte alle campagne contro i francesi del 1793 e del 1796. Nel 1799 diede le dimissioni per studiare diritto all'università, rinunciando, sotto la pressione della famiglia, al proposito di dedicarsi alle discipline scientifiche. Interruppe però gli studi per compiere una serie di viaggi: a Würzburg (1800), a Parigi e in Svizzera (1801-02), quindi nell'Italia settentrionale e in Francia (1803).
Pubblicò nel 1803 la sua prima tragedia, La famiglia Schroffenstein (Die Familie Schroffenstein), ispirata al Romeo e Giulietta di Shakespeare. Di una seconda tragedia, Roberto il Guiscardo (Robert Guiskard), scritta in quell'anno, distrusse egli stesso il manoscritto. Nel 1805 ottenne un impiego presso la Camera demaniale di Königsberg. Nel gennaio 1807 venne arrestato dai francesi alle porte di Berlino e fu detenuto fino al luglio nel Giura francese. Potè poi stabilirsi a Dresda, dove rimase fino al 1809 frequentando Tieck e il circolo romantico; riprese i suoi viaggi, forse con incarichi di corriere politico, attraverso la Boemia e l'Austria. Tornato a Berlino nel 1810, pubblicò con A. Müller il quotidiano “Berliner Abendblätter”, presto costretto a sospendere la pubblicazione per gli impedimenti della censura. Nel marzo dello stesso anno era stato rappresentato con scarso successo a Vienna il suo dramma Caterina di Heilbronn (Käthchen von Heilbronn).
Il fallimento come artista e come giornalista, la mancanza di affetti, la drammatica situazione politica della Prussia, lo spinsero al suicidio, che Kleist compì insieme con la moglie di un amico, Henriette Vogel, colpita da un male incurabile.
Le opere
L'elemento drammatico di molti lavori teatrali di Kleist non è generato dallo svolgimento dell'azione né dal contrasto che ne scaturisce, ma piuttosto da un evento soggettivo, da una tensione interiore del protagonista in cerca di una verità che gli sfugge. Questo modo di concepire il dramma conduce talora lo scrittore a risultati artisticamente poco fortunati: è il caso di Roberto il Guiscardo, come pure della Battaglia di Arminio (Hermannsschlacht, scritta nel 1808), opera infelice. L'autore riesce invece nel suo intento là dove tesse intorno al protagonista una trama che fa emergere ed esplodere la forza dei conflitti che gli sono immanenti. Ciò avviene mirabilmente nella Penthesilea, scritta nel 1806-07 e articolata in 24 scene senza divisione in atti; al suo centro la mitica regina delle Amazzoni, divisa fra l'amore che la spinge verso Achille e l'odio che la oppone a lui per essergli inferiore nelle armi; dopo che, in preda alla furia, l'ha ucciso, ella muore a sua volta.
È anche il caso de Il principe di Homburg (Prinz Friedrich von Homburg), il capolavoro di Kleist, composto nel 1810 e pubblicato da L. Tieck nel 1821 tra gli scritti postumi del poeta. Il dramma si impernia sul problema della disciplina militare: il protagonista ha condotto alla vittoria i suoi, ma, per giungere a questo risultato, ha disobbedito agli ordini. Condannato a morte, viene tuttavia graziato e può sposare la donna amata. Il dramma vive del conflitto tra egocentrismo romantico e legge sovraindividuale, nella sottomissione alla quale l'eroe trova giusta salvezza. Un posto a sé occupa Caterina di Heilbronn, dramma ambientato nel Medioevo germanico e dominato non da un conflitto interiore, ma dall'amore totale della protagonista per un cavaliere: Caterina si caratterizza come l'esatto contrario della dilacerata Penthesilea. Un tormentato senso di fatalità pervade anche le commedie kleistiane, sia Amphitryon (1807), rifacimento di Molière, sia la superba Brocca rotta (Der zerbrochene Krug), che Goethe fece rappresentare con scarso successo a Weimar nel 1808. Notevoli il saggio teorico Sul teatro delle marionette (Über das Marionettentheater, 1810) e i racconti, molti dei quali sono condotti con magistrale sapienza narrativa: da Il terremoto del Cile (Das Erdbeben in Chili) e La marchesa di O. (Die Marquise von O.), entrambi scritti intorno al 1805, al grandioso Michael Kohlhaas (1810), opera che, ripresa da un'antica cronaca, ricrea con un sapiente travestimento linguistico la vicenda di un mercante di cavalli che, defraudato da un signorotto, si fa brigante per ottenere giustizia.
Scrittore profondamente originale, Kleist restò isolato e incompreso dai contemporanei; la sua fortuna incominciò dopo la morte per crescere ulteriormente nel corso del Novecento.