Altri protagonisti della prosa romantica
- Altri protagonisti della prosa romantica
- Drammaturgia e visione religiosa: Werner
- Kleist, l'apogeo del teatro romantico
- Filologia e fiabe: l'opera dei fratelli Grimm
- Le novelle di Hoffmann, meandri dell'ordine e del caos
- Motte-Fouqué tra mitologia e fiaba
- La "mirabile" vicenda di Chamisso
- Le Veglie di Bonaventura, o del nichilismo
- Eichendorff, poeta dell'appagamento e della gioia della vita
- Letteratura al femminile: Karoline von Günderode e Bettina von Arnim
- Approfondimenti
- Riepilogando
Eichendorff, poeta dell'appagamento e della gioia della vita
Di nobile famiglia cattolica, Joseph von Eichendorff (Castello di Lubowitz, Slesia, 1788 - Neisse 1857) studiò legge a Halle e a Heidelberg, dove seguì anche le lezioni di estetica di J.J. Görres. Dopo un viaggio d'istruzione a Parigi e a Vienna, si recò a Berlino (1809-10) dove conobbe A. von Arnim, C. Brentano e H. Kleist, e frequentò le lezioni di J. Fichte. Negli anni 1810-12 fu nuovamente a Vienna, concludendovi gli studi universitari. Nel 1813 combatté nella guerra di liberazione contro Napoleone. Entrò poi nell'amministrazione statale prussiana, risiedendo a Berlino fino al 1844, anno del suo pensionamento.
Il suo primo romanzo, Presentimento e presente (Ahnung und Gegenwart, 1815), è ambientato negli anni immediatamente precedenti la guerra contro Napoleone: esso critica gli intellettuali tedeschi e invita la nobiltà a prendere l'iniziativa del rinnovamento morale e civile del Paese. I racconti La statua di marmo (Das Marmorbild, 1818) e Il castello Dürande (Das Schloss D., 1836) affrontano i temi del vagabondaggio e del soggettivismo, forza distruttiva dello spirito, motivi caratteristici del romanticismo. Nella sua opera più celebre, Scene dalla vita di un fannullone (Aus dem Leben eines Taugenichts, 1826), è rappresentata con luminosa ironia la natura poetica e sognatrice dell'anima romantica, esemplificata dal giovane figlio del mugnaio che, totalmente risolto in una piena libertà interiore, va a cercar fortuna per il mondo suonando il violino e risultando capace di appagarsi di ogni pur breve palpito della vita. Sono soprattutto le liriche a fare di Eichendorff il massimo rappresentante del cosiddetto secondo romanticismo tedesco: caratterizzate da una grande musicalità e dall'uso di pochi e semplici stilemi ricorrenti, esse disegnano una concezione della vita umana e naturale come “geroglifico” divino e mostrano una prepotente nostalgia per un'occulta pienezza originaria dell'essere.