A
Accento | particolare intensità assunta dalla voce per dare risalto a una determinata sillaba nella parola o nella frase. L'accento tipico delle lingue europee moderne si dice espiratorio perché si produce attraverso un aumento della forza espiratoria. |
Acròstico | componimento poetico in cui le lettere iniziali dei versi o le prime lettere dei versi o delle strofe, se lette di seguito in senso verticale, formano nomi e parole. Dal greco acros, "estremo", e stichos, "verso". |
Actio | ultima delle cinque grandi partizioni dell'arte retorica: riguarda i modi di eseguire il discorso (recitazione, mimica, ecc.). |
Adèspoto | si dice di un testo di un autore ignoto, non attribuibile con sicurezza. |
Adonio | nome di un verso greco o latino composto di un dattilo e di uno spondeo o trocheo con l'effetto di intonazione discendente. Caratteristico della strofa saffica, deriva il suo nome da un'invocazione al dio Adone fatta in tale metro: Ò ton Adònin (¯ (breve) (breve) ¯ (breve)¯). |
Ady´naton | figura retorica formata da un'iperbole in forma di paradosso, che consiste nell'evidenziare l'incredibilità di un evento facendolo dipendere da un fatto impossibile. Per esempio: "in cielo dunque pascoleranno i cervi..., e l'esule Parto berrà nell'Arari, Il Germano nel Tigri, prima che dal nostro cuore scompaia la sua immagine" (Virgilio). Dal verbo greco dynamai, con prefisso negativo. |
Aforisma | breve massima di validità generale, enunciato conciso di tipo sentenzioso o precettivo. Costituisce storicamente un genere dialettico e retorico, coltivato da poeti, filosofi e moralisti. Per esempio: "Nella gelosia c'è più egoismo che amore" (La Rochefoucauld). |
Agnizione | (riconoscimento). Situazione tipica (e analizzata da Aristotele) nello scioglimento di opere drammaturgiche, sia in tragedia sia in commedia: consiste nella rivelazione della vera natura o origine di un personaggio rimasta sino ad allora sconosciuta. |
Allegoria | figura retorica per cui il significato letterale di un termine, o di un'espressione, rimanda a un significato più ampio e nascosto. Per esempio, nella Divina Commedia, Dante racconta un viaggio immaginario nel mondo dell'aldilà, che significa allegoricamente l'itinerario di un'anima verso la salvezza cristiana. |
Allessandrino (-ismo) | derivato da Alessandria, la metropoli ellenistica dell'Egitto, il termine si applica, in senso letterario, a una fase storica della poesia e cultura greca, nel periodo che corre tra il principio del III secolo a.C. e la fine del II. |
Allitterazione | ripetizione in inizio di parola della stessa consonante o, meno propriamente, della stessa vocale, allo scopo di creare particolari effetti. Per esempio: "o Tite, tute, Tati, tibi tanta, tyranne, tulisti " (Ennio). |
Allusione | figura retorica in cui si nomina una cosa per richiamarne un'altra. Per esempio: "L'Amor che muove il Sole e l'altre stelle" (=Dio). |
Anadiplòsi | figura retorica che consiste nella ripetizione dell'ultima parola di un verso o di una frase all'inizio del verso o della frase successivi, allo scopo di darne maggior rilievo ritmico e semantico. Per esempio: "questo voi renderete bellissimo per Gallo,/ per Gallo, l'amore del quale..." (Virgilio). |
Anàfora | figura retorica che consiste nel ripetere più volte, in un periodo o in una strofa, lo stesso vocabolo, allo scopo di enfatizzarne il valore semantico o metrico. Per esempio: "terruit urbem, terruit gentis" (Orazio). |
Anapesto | piede di due brevi e una lunga ((breve) (breve) ¯) usato in alcuni tipi di verso della poesia scenica latina. |
Anàstrofe | inversione nell'ordine abituale delle parole. Per esempio: haec inter per inter haec. |
Anticlìmax | gradazione discendente (si veda climax). |
Antìfrasi | propriamente, l'uso di un termine di valore positivo per indicare un concetto negativo, e viceversa (come il colloquiale "Ora viene il bello!"). Più in generale, nella terminologia letteraria, un procedimento compositivo che - prendendo spunto da predenti letterari - li riutilizza ribaltandone il segno. Dal greco antí, contro e phrasis, espressione. |
Antilogìa | discorso che sostiene tesi opposta ad un altro; comporre discorsi contrapposti, a coppie antilogiche, era un diffuso esercizio retorico. |
"a parte" | a teatro, battuta che convenzionalmente si ritiene non udita da altri personaggi presenti sulla scena. Può essere esplicitamente rivolta al pubblico. |