Tertulliano e l'apologetica cristiana
In sintesi
Redazione De Agostini
L'apologetica cristiana | Nel II e nel III secolo fiorisce l'apologetica cristiana, tesa a difendere i fedeli dalle persecuzioni. |
Tertulliano | Tertulliano (Cartagine 155/160 - ca 240) esercita la professione di avvocato e si converte al cristianesimo intorno al 195. Nel 213 aderisce al movimento eretico montanista e, in seguito, fonda una setta ancora più estremista. |
Le opere | Di argomento apologetico sono: Ad nationes, violenta requisitoria contro i pagani, Apologeticum, il suo capolavoro, appassionata difesa del cristianesimo, De testimonio animae, sull'anima che è di natura cristiana, Ad martyras, lettera consolatoria, Ad Scapulam, contro un persecutore dei cristiani. Di carattere dottrinario sono: Adversus Marcionem, Adversus Hermogenem, Adversus Valentianos, De carne Christi, De praescriptione haereticorum e De resurrectione, tutte contro varie eresie. Gli scritti di carattere morale, ascetico e disciplinare sono: De spectaculis, De oratione, De virginibus velandis, De monogamia, De corona militis. Polemista vigoroso, ai limiti del fanatismo, ha uno stile personalissimo e un linguaggio di grande vigore drammatico. |
Minucio Felice | (II-III secolo). Si converte al cristianesimo e scrive un dialogo, Octavius, pacata e serena confutazione delle accuse mosse ai cristiani. |
Cipriano | (Cartagine ca 200 - Cartagine 258). Si converte al cristianesimo e nel 248-49 diviene vescovo di Cartagine. Opere di carattere apologetico sono Ad Donatum e Ad Demetrianum. Tra le opere di carattere pastorale e dottrinario sono: De catholicae ecclesiae unitate, De lapsis, De bono patientiae, De habitu virginum. Ci è pervenuto anche l'Epistolario, comprendente 81 lettere. Ha uno stile semplice e elegante. |
Arnobio | (Sicca III-IV secolo). Dopo averlo combattuto aspramente, si converte in età matura al cristianesimo. Scrive il trattato Adversus nationes, il più insolito degli scritti apologetici. La sua prosa è elegante e classicheggiante. |
Lattanzio | (Cirta, ca 250 - Treviri, dopo 320). Allievo di Arnobio, insegna retorica a Nicomedia, dove si converte al cristianesimo. In tarda età diviene precettore del figlio di Costantino. La sua opera più importante è Divinae institutiones, esposizione della dottrina cristiana in 7 libri. Altre opere sono: De opificio Dei, esaltazione della sapienza divina nella creazione, De ira Dei, contro la concezione epicurea e stoica dell'indifferenza divina, De mortibus persecutorum, sulla morte violenta dei persecutori del cristianesimo. Scrive in modo elegante, con stile limpido e piano. |
Firmico Materno | (IV secolo). Prima della conversione scrive Matheseos libri VIII, il più ampio trattato di astrologia pervenuto. Del periodo cristiano è De errore profanarum religionum, violento attacco al paganesimo, contro cui invoca l'intervento degli imperatori. |
Paolo Orosio | (Tarragona?, ca 390 - ? dopo il 418). Sacerdote spagnolo, si trasferisce in Africa presso Agostino e in seguito si reca a Betlemme da Girolamo. Scrive Historiae adversus paganos, un breviario di storia universale dalla creazione al 417, che si ispira a una visione provvidenzialistica della storia. L'opera ebbe una grande diffusione nel Medioevo. Ci ha lasciato anche dei trattati sulle eresie più diffuse. |
Salviano | (Treviri, ? ca 400 - Marsiglia ?, ca 470). Diventa sacerdote e si reca a vivere a Marsiglia. Scrive De gubernatione Dei, un trattato apologetico-polemico, in cui difende l'opera della Provvidenza, messa in dubbio da alcuni per i mali che colpiscono l'impero. Ci sono giunte anche Ad ecclesiam e 9 lettere. |
Sulpicio Severo | (? ca 360 - Prémillac, ca 415). Esercita l'avvocatura e, dopo l'improvvisa morte della moglie, costruisce un convento a Prémillac e si dà alla vita ascetica. Scrive una Chronica, sintesi di storia universale, e una agiografia, Vita sancti Martini, che ebbe grande fortuna nel Medioevo. |