La poesia
- Introduzione
- I pöetae novelli
- Pervigilium Veneris
- Nemesiano
- Riepilogando
I pöetae novelli
Nel II secolo riscosse un certo successo la scuola dei pöetae novelli (poeti novelli), definizione creata da Terenziano Mauro (II-III secolo) per indicare un gruppo di poeti così denominati perché si richiamavano ai neóteroi del I secolo a.C. Rispetto ai predecessori non furono degli innovatori, ma degli arcaicizzanti. Si distinsero per la delicatezza e tenuità della vena lirica, per la brevità delle loro composizioni e per lo sperimentalismo metrico e lessicale. Esempi di questo virtuosismo furono i versi reciproci, che si leggevano da sinistra a destra e viceversa, i rhopalici, in cui ogni verso aveva una sillaba in più del precedente. Esponenti di questo movimento furono Anniano Falisco, autore di Carmina Falisca di ispirazione agreste e dei Fescennini; Settimio Sereno, autore di Opuscula ruralia (Poemetti campestri); Alfio Avito, autore di Excellentes, una raccolta di aneddoti riguardanti personaggi famosi; Mariano, autore, secondo la tradizione, dei Lupercalia, riguardanti gli antichi riti religiosi dei Lupercali. Di tutti questi poeti non ci rimangono che scarsissimi frammenti. Altri carmi anonimi presenti nella africana Anthologia Latina raccolta di poesie risalente al VI secolo sono riconducibili a questo movimento poetico. La personalità più significativa del II secolo fu l'imperatore Adriano, uomo di grande cultura, amante delle lettere e poeta lui stesso. Di lui ci sono rimasti alcuni versi indirizzati a Floro e 5 dimetri giambici in cui Adriano saluta mestamente la sua "animuccia vagabonda e carezzevole".