Apuleio
La vita
Il prenome di Apuleio è ignoto; quello di Lucio, tramandato dai codici antichi, è verosimilmente derivato dal nome del protagonista del suo romanzo. Nacque intorno al 125 a Madaura in Numidia (l'odierna Algeria) da una famiglia agiata che gli permise di trasferirsi prima a Cartagine, per seguire gli studi di grammatica e di retorica, e poi ad Atene, dove si dedicò all'eloquenza e all'approfondimento degli studi filosofici. Avido di sapere, si interessò anche di scienze naturali, geometria, astronomia, medicina e musica, si vantò infatti di essersi dedicato alle discipline di tutte le Muse. Fu attratto dalle dottrine religiose e venne iniziato ai misteri di Dioniso, di Iside e di altre divinità. Viaggiatore instancabile (disse di sé viae cupidus et peregrinationes cupiens, avido di viaggiare e desideroso di peregrinare), fu a Roma e in molte altre località dell'Oriente, acquistando la fama di grande conferenziere.
Il matrimonio e il processo
Tornato in Africa e stabilitosi a Cartagine, durante un viaggio verso Alessandria si fermò a Oea (l'odierna Tripoli), dove fu ospite di Ponziano, suo compagno di studi ad Atene. Qui, nel 155, si colloca l'episodio più rilevante e più ricco di conseguenze della sua vita: il matrimonio con Pudentilla, ricchissima vedova madre dell'amico. Dopo tre anni, infatti, i parenti della donna accusarono Apuleio di aver plagiato e sedotto Pudentilla con filtri malefici (mala medicamenta) e formule magiche (magici sussurri) e dell'omicidio dello stesso Ponziano. Il processo per il reato di magia fu tenuto a Sabrata davanti al proconsole romano Claudio Massimo. Apuleio smontò le accuse mossegli, dimostrandone l'inconsistenza, con una difesa tanto articolata e argomentata da mettere in luce non solo la sua vasta e brillante cultura, ma anche la meschinità e l'ignoranza degli accusatori, come testimonia il testo giunto dell'Apologia. In seguito Apuleio tornò a Cartagine, dove esercitò la professione forense, quelle di medico, bibliotecario e conferenziere. Non si sa dove né quando morì, probabilmente a Cartagine verso la fine del principato di Marco Aurelio.