Jack London
Jack London (1876-1916) rappresenta una delle figure più complesse e contraddittorie del trapasso fra Ottocento e Novecento. Il suo socialismo istintivo e profetico (ispirato dalle teorie di Marx, Engels e Darwin) aveva le proprie radici in un'adolescenza e in una gioventù trascorse nei bassifondi della natia San Francisco e di Oakland, sulle piste della corsa all'oro in Alaska, e in una maturità segnata da una sete disordinata di conoscenze e letture. Iniziò a scrivere in giovane età, riuscendo però solo nel 1899 a guadagnarsi da vivere con la letteratura, quando alcune riviste accettarono di pubblicare a puntate i suoi racconti. Nel 1904 fu inviato speciale in Giappone durante la guerra russo-giapponese; più tardi fu inviato di guerra in Messico. Dal 1903, data di pubblicazione di The call of the wild (Il richiamo della foresta), il suo successo fra i lettori fu straordinario (i suoi romanzi vennero tradotti in molte lingue e divennero subito popolari anche in Europa e in Russia), ma la sua fortuna presso i critici fu pressoché nulla e finì per essere catalogato sempre fra gli autori minori. Eppure, per quanto stilisticamente rozzo, lo scrittore rappresentò con immediatezza aspetti e conflitti sociali e politici di un'epoca. Si uccise nello sfarzoso ranch che si era fatto costruire a Glen Ellen, in California.
Le opere
In più di cinquanta libri fra romanzi e raccolte di racconti, London descrisse l'America della conquista dei grandi spazi, dell'industrializzazione, del dinamismo, della velocità, dell'espansione, dando voce all'America dei minatori, dei disoccupati, degli stenti, della speranza e delle tensioni sociali. Molte sue opere traggono materia dalle avventure vissute in prima persona: in Martin Eden (1909) e in John Barleycorn (1913) narrò della sua infanzia lungo la costa del Pacifico, degli sforzi per affermarsi come scrittore e della lotta contro il vizio del bere. In The seawolf (Il lupo di mare, 1904) sfruttò le esperienze fatte a bordo di un peschereccio che era giunto fino al Giappone. In The people of the abyss (Il popolo dell'abisso, 1903) descrisse gli slums di Londra, che aveva conosciuto durante un soggiorno in Inghilterra. I due romanzi più brevi e più famosi, The call of the wild (Il richiamo della foresta, 1903) e White Fang (Zanna Bianca, 1906) si ricollegano alla sua esperienza di cercatore d'oro. London vi ripropone costantemente il tema del valore incondizionato della forza, del coraggio; rappresenta in tutta la sua durezza la lotta per l'esistenza, che coinvolge uomini e animali; vi riafferma la radicale alternativa fra civiltà e vita selvaggia, dura ma capace di appagare le esigenze più profonde dell'individuo. Nel romanzo fantapolitico The iron heel (Il tallone di ferro, 1907) l'autore rappresenta l'oppressione del capitalismo e le sue minacce alla democrazia, mostrando notevole lungimiranza nel denunciare i rischi impliciti nello sviluppo delle società industriali del Novecento.