Jean-Jacques Rousseau
In sintesi
Redazione De Agostini
La vita | Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), nato a Ginevra da una famiglia calvinista, dopo la perdita della madre, morta nel darlo alla luce, viene allevato dal padre fino al 1722. Dopo varie vicissitudini, la relazione con Madame de Warens gli offre una casa e la possibilità di leggere e studiare. Vive a Parigi dal 1742 fino al 1756. Conosce e frequenta gli enciclopedisti, tra cui Diderot. Sposa una cameriera e abbandona i cinque figli avuti da lei all'ospizio dei trovatelli. Negli ultimi anni di vita, isolato dagli ambienti intellettuali, malato, si lascia andare a manie di persecuzione che gli fanno pensare all'esistenza di un complotto tramato contro di lui. |
Le opere | Discorso sulle scienze e sulle arti (1750), Discorso sulle origini della disuguaglianza fra gli uomini (1755), Lettera a Voltaire sulla Provvidenza (1756), Lettera a d'Alembert sugli spettacoli (1758), Contratto sociale o Principi del diritto politico (1762), Emilio o Dell'educazione (1762), il romanzo Giulia o la nuova Eloisa (1761), le Confessioni (1782-89, postume), Rousseau giudice di Jean-Jacques (1780-82, postumo), Fantasticherie del passeggiatore solitario (1776-78, 1782 postume). |
Apparenza e verità | L'antinomia apparenza-verità è un nucleo centrale del suo pensiero. La civiltà ha prodotto la corruzione e la decadenza dell'uomo, che è costretto ad adeguarsi a un sistema di apparenze. Non la ragione, ma il sentimento consente di cogliere le tracce dell'uomo naturale dietro l'uomo civilizzato. Le emozioni permettono all'uomo di discernere il bene e la verità, di ritrovare l'autenticità dell'io. |
Amore e virtù | Nella Lettera a d'Alembert Rousseau condanna il teatro come menzognero e seducente trionfo delle apparenze. Anche il romanzo gli appare pericoloso e immorale. Ribadisce la condanna nel suo romanzo, La nuova Eloisa, in cui tenta la conciliazione tra amore e virtù, sogno individuale e felicità collettiva, in uno stile lento, lirico e musicale. |
Le "Confessioni" | Suo capolavoro letterario, le Confessioni sono un rito di espiazione e purificazione per mezzo del quale egli si riconquista l'innocenza "naturale", la verità, l'autenticità. Rendendo pubblica la colpa, la confessione riconduce alla purezza e si trasforma in autodifesa, autoesaltazione. |
Rousseau e il romanticismo | Rousseau appartiene al suo tempo: egli ne condivide tra l'altro la convinzione che l'uomo possa essere migliorato dall'educazione e che la società stessa possa essere riformata. Tuttavia l'esaltazione del sentimento, dell'emotività, l'amore per la solitudine, il bisogno di evasione nelle chimere, una certa propensione al patetico fanno sì che il romanticismo lo consideri come un precursore e un maestro. |