Marcel Proust
L'edificio del ricordo
Il protagonista sfugge al pericolo grazie alla scoperta che non l'esperienza vissuta è materia dell'arte, ma la vita rivissuta, "riafferrata" dalla memoria. La ricerca del tempo perduto non è evocazione nostalgica di un tempo lontano, ma scoperta progressiva, "ricerca" e conquista della vita e della realtà autentiche, quelle che si costruiscono nel ricordo e nella coscienza. Se la memoria volontaria sembra accentuare la distanza che ci separa dal passato, esistono esperienze privilegiate, nelle quali la coincidenza tra la sensazione presente e quella provata nel passato consente la resurrezione inconsapevole e quindi tanto più intensa di una parte della nostra vita. La memoria involontaria provoca una felicità che si impone per il proprio carattere di certezza; e infatti, riunendo il passato e il presente, quell'esperienza libera l'uomo dall'angoscia del tempo, lo trasforma in un essere atemporale. La reminiscenza, la trasmutazione del passato in presente sono come una porta per cui si può uscire dal tempo distruttore, che genera l'oblio e la morte, per conquistare il tempo immaginario, il tempo della scrittura.