L'epoca di Francesco I
In sintesi
Redazione De Agostini
L'epoca di Francesco I | Il grande sovrano (1515-1547) protegge e incoraggia in un primo momento l'umanesimo francese: fondazione del Collège des lecteurs royaux, traduzioni greche, apertura della Biblioteca reale di Fontainebleau e istituzione del dépôt légal per le nuove pubblicazioni. Dopo l'affissione dei placards (1534) si sposta su posizioni conservatrici. |
La poesia | I maggiori poeti dell'epoca vivono a corte, spesso celebrandone la gloria. Loro modelli sono il Quattrocento italiano, Petrarca e Boccaccio. Clément Marot (1496-1544), tipico esponente della poesia d'occasione alla corte di Margherita d'Angoulême, scrive opere satiriche (L'Enfer), patriottiche, d'amore. Perseguitato perché simpatizzante della Riforma, lascia la Francia varie volte. Suo capolavoro è la traduzione dei Salmi (1543). |
La "scuola" lionese | Centro umanistico di rilievo, Lione conosce la fioritura di un movimento poetico che predilige ermetismo, occultismo e allegoria. Esponenti principali sono: Maurice Scève (1500-1560), che scrive un canzoniere (Délie, 1544) in cui misticismo e matematica danno luogo a una poesia ermetica intrisa di tristezza; Louise Labé (1526-1566), bellissima donna colta e indipendente, che ha lasciato pochissime poesie d'amore (1555) d'ispirazione classica nel solco della lirica erotica. |
La prosa | Solo il Cinquecento elabora una prosa artistica in volgare francese, favorita dalla diffusione della stampa e dalla necessità anche politica dell'affermarsi di una lingua nazionale. Margherita di Navarra (1492-1549), principessa d'Angoulême, oltre che opere teatrali e poetiche scrive una raccolta di novelle sul modello del Decameron di Boccaccio, intitolata Héptameron (1588-89), di forte impronta realistica e con un'originale attenzione ai problemi della donna. Altri prosatori minori, di tono popolare e satirico, sono: Bonaventure Des Périers (1500-1543), che con il Cembalo del mondo in francese (1537) si attira l'odio sia di cattolici sia di protestanti; Noël du Fail (1520-1591), che sceglie per i propri racconti (Discorsi rustici, 1547) un'ambientazione contadina. |