L'epoca di Francesco I
- Introduzione
- Il mecenatismo reale
- La poesia
- Clément Marot
- La "scuola" lionese
- La prosa
- Approfondimenti
- Riepilogando
La "scuola" lionese
Nello sviluppo dell'umanesimo francese, Lione occupò un posto di rilievo per la posizione di crocevia di varie influenze culturali (letterarie, filosofiche, religiose). Vi fiorì un movimento poetico, più che una vera e propria scuola, che attingeva al Medioevo, prediligendo l'espressione ermetica, l'occultismo e l'allegoria.
Maurice Scève
Maurice Scève (1500-1560) fu il poeta lionese più rappresentativo. Dopo aver studiato in Italia, diventò oratore ufficiale alla corte di Lione, sua città natale. Alla morte della sua musa (1545), la poetessa Pernette du Guillet (1518-1545, autrice di una bella e appassionata raccolta di Rime, 1545), si ritirò da ogni impegno mondano. Riprese le funzioni pubbliche, nel 1548 organizzò i ricevimenti per Enrico II. La passione per il misticismo medievale, unita a una grande abilità compositiva, gli fanno concepire la poesia come un'opera matematica. Suo capolavoro è il canzoniere dedicato alla donna amata, Délie (1544). I suoi versi sono raffinati, oscuri (è stato accostato a Mallarmé nel Novecento), pervasi da un sentimento di tristezza e smarrimento che gli fanno preferire la luce lunare. L'ultima opera, Microcosme (Microcosmo, 1562), è un poema di tremila versi, concentrato di scienza medievale, che tenta di fare concorrenza all'enciclopedismo della Commedia di Dante.
Louise Labé
Ricordata come donna di grande bellezza, Louise Labé (1526-1566), figlia di un mercante di cordame di Lione, nel 1540 sposò un ricco e anziano commerciante. Ebbe numerosi amanti (fatto che le attirò un acido commento di Calvino) e, morendo, lasciò tutto ai poveri. Colta e indipendente, la sua casa ospitò i più noti poeti del tempo.
La sua opera è racchiusa nel volumetto, pubblicato nel 1555, che comprende: tre elegie, ventiquattro sonetti e una prosa intitolata Débat de Folie et d'Amour (Contrasto di Amore e Follia). La sua lirica si ricollega alla tradizione erotica classica (Saffo e Ovidio) e canta, con sincerità e sorprendente disinibizione, la bellezza e la fatale potenza della passione amorosa (ispirata dal doloroso amore per il poeta Olivier de Magny, 1520-1559).