Husserl e la fenomenologia
- Introduzione
- Edmund Husserl
- Max Scheler
- Nicolai Hartmann
- Riepilogando
In sintesi
Redazione De Agostini
Husserl | È il fondatore della fenomenologia, che studia il rapporto tra il soggetto e il reale. |
La critica allo psicologismo | Critica lo psicologismo, sostenendo che la logica si occupa delle connessioni tra oggetti ideali, indipendenti dalla soggettività psichica. |
Il compito della filosofia | Il compito della filosofia è quello di chiarificare nell'esperienza immediatamente evidente i concetti logici fondamentali. |
La fenomenologia | Nasce così la fenomenologia, che descrive gli atti e i vissuti di coscienza, nei loro aspetti invarianti ed essenziali. |
L'intenzionalità | La coscienza si caratterizza per il suo riferirsi al reale (intenzionalità), per il quale non cogliamo solo le nostre modificazioni soggettive, ma anche la realtà nel suo manifestarsi immediato ed evidente. |
La svolta trascendentale | La cosiddetta svolta trascendentale utilizza l'epoché per compiere la riduzione fenomenologica, che coglie le "forme pure" dell'esperienza, mettendo da parte quanto non è dato con evidenza immediata. |
Il noéma e la noési | Gli oggetti sono delle unità di senso che si costituiscono nell'esperienza e l'intenzionalità diventa il rapporto tra il noéma (l'oggetto visto come il senso correlato agli atti) e la noési (la soggettività cosciente). |
Il vero atteggiamento filosofico | Per Husserl l'atteggiamento fenomenologico è il vero atteggiamento filosofico: dinanzi alla crisi del sapere va ricercato un senso globale, che solo la ragione filosofica può additare alla storia umana. |
Scheler | Scheler interpreta la fenomenologia come un procedimento di rinuncia alla volontà di dominare il mondo per fini pratico-soggettivi, per aprirsi alla contemplazione disinteressata dell'essere. |
L'analisi del mondo dei valori | In particolare, analizza il mondo dei valori e gli atti emozionali, o sentimenti, che ce lo dischiudono. |
L'etica | Elabora una concezione etica fondata su due tesi: 1. i sentimenti sono dotati di una loro specifica "intenzionalità"; 2. il mondo dei valori si presenta gerarchizzato in valori inferiori e superiori, negativi e positivi. |
La persona | La persona è il centro unitario e individuo di atti intenzionali di ogni tipo, è l'unica sede dei valori morali ed è essa stessa il valore più alto. |
La simpatia | In quanto centro di atti spirituali, come tali inoggettivabili, la persona è inoggettivabile e può essere conosciuta solo tramite gli atti della simpatia. |
Hartmann | Hartmann rilancia la necessità di un'ontologia, sostenendo che la filosofia non può prescindere da "una descrizione fedele dei fenomeni", svelando e risolvendo le contraddizioni interne del reale. La gnoseologia ha pertanto un compito determinante, configurandosi come "relazione trascendente" tra soggetto e oggetto. |
L'ontologia critica | Da ciò Hartmann fa derivare la sua ontologia critica (in cui la sfera del pensiero va distinta da quella dell'essere reale e dell'essere ideale), che deve giustificare l'oggettività degli enti esterni alla coscienza. Inoltre stabilisce che la realtà è possibile e necessaria nella misura in cui è "effettuale", cioè è capace di determinare il reale. Poiché la realtà è necessaria per il fatto stesso di darsi in un modo determinato, anche la libertà di scelta risulta impossibile. |
Il mondo dei valori | Il mondo dei valori è dunque un insieme di entità ontologiche che stanno in sé, indipendenti dal soggetto, che ne diventa consapevole attraverso un sentimento immediato. |