Etica del discorso ed etica della responsabilità: Apel, Habermas e Jonas

In sintesi

Apel

Apel individua le condizioni universali e necessarie della comunicazione: la comprensibilità grammaticale del discorso, la verità, la veridicità delle intenzioni del parlante, la conformità alle regole della comunità dei parlanti. Queste regole logiche hanno anche una valenza etica, perché implicano il riconoscimento dell’uguaglianza degli interlocutori.

La comunità illimitata della comunicazione

La comunità illimitata della comunicazione permette il superamento della finitezza dell’esperienza dei soggetti parlanti.

Habermas

Al paradigma della produzione Habermas contrappone il paradigma dell’agire comunicativo, che si traduce in un’etica del discorso.

Il mondo della vita e il sistema di azioni

Precisa la differenziazione tra mondo della vita (i valori della quotidianità condivisi dalla comunità) e sistema di azioni (i settori che fanno funzionare la società) e vede la causa delle deviazioni patologiche della razionalità nella tendenza dei settori funzionali della società a “colonizzare” il mondo vitale. Il rimedio consiste nell’efficacia delle relazioni intersoggettive rese autonome dai condizionamenti funzionali.

Il contesto dell’attività pratica

Infine Habermas cerca di connettere l’orizzonte di valore presente nella sua impostazione con il contesto dell’attività pratica.

Jonas

Mettendo in questione il ruolo della tecnica nel mondo contemporaneo, ha voluto rispondere agli interrogativi più inquietanti sollevati dagli sviluppi estremi e distruttivi della razionalità strumentale.

Il principio responsabilità

Attestata l’inadeguatezza delle etiche tradizionali nel rispondere ai nuovi compiti imposti dalle minacce di distruzione dell’ecosfera e di manipolazione del patrimonio genetico degli individui, con la sua "etica della responsabilità" ha inteso proporre un modello di sapere in cui salvaguardia dell’uomo e salvaguardia della natura si intrecciano indissolubilmente.