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Redazione De Agostini
calcolo contributivo | metodo di calcolo della pensione effettuato sulla base dei contributi versati: alla base imponibile (reddito assoggettato al contributo) si applica un'aliquota variabile a seconda delle categorie. Applicando la stessa aliquota al capitale versato, rivalutato con opportuni meccanismi di adeguamento, si ottiene il montante individuale (somma dei contributi e degli interessi maturati) che viene moltiplicato per coefficienti di trasformazione, diretti ad incentivare la prosecuzione del lavoro (il coefficiente aumenta con l'aumentare dell'età pensionabile). |
calcolo retributivo | sistema di calcolo per cui l'importo della pensione si determina in relazione alla retribuzione media degli ultimi 10 anni, applicando una percentuale ottenuta moltiplicando gli anni lavorati per l'aliquota del 2% (ad es., un lavoratore con 35 anni di anzianità ha diritto al 70% della retribuzione media di riferimento). |
caparra confirmatoria | cc 1385 somma di denaro che una parte consegna all'altra al momento della conclusione del contratto, a testimoniare della serietà dell'impegno assunto. Tale somma di denaro andrà poi scomputata dal prezzo stabilito, che chi ha versato la caparra deve ancora pagare. Se la parte che ha dato la caparra non adempie fedelmente o puntualmente gli obblighi imposti dal contratto, l'altra parte ha la facoltà (non l'obbligo) di recedere dal contratto, trattenendosi la caparra, a titolo di risarcimento del danno subito a causa dell'inadempimento. Se, al contrario, si rende inadempiente la parte che ha ricevuto la caparra, l'altra potrà ugualmente recedere dal contratto, pretendendo, a titolo di risarcimento del danno, il doppio di quanto a suo tempo consegnato come caparra. |
caparra penitenziale | cc 1386 le parti che concludono un contratto possono stabilire che una di esse (o entrambe) possa recedere dal contratto stesso. L'attribuzione di tale diritto di recesso può venire subordinata al pagamento di una somma di denaro, chiamata caparra penitenziale. Se la parte che ha pagato la caparra intende recedere dal contratto potrà farlo, e l'altra si terrà la caparra; se recede la parte che ha ricevuto la caparra, deve restituirla raddoppiata. Se, invece, il contratto viene eseguito e portato a termine, la caparra si intende come anticipo sul prezzo. |
capitale sociale | l'insieme delle quote o azioni sottoscritte e versate dai componenti di una società nel momento della costituzione, o anche successivamente, per determinare il fondo sociale, che rappresenta uno degli elementi essenziali per permettere a una società di esistere. Oggetto del conferimento possono essere beni e servizi, intendendo per conferimento non la materiale consegna del bene o la prestazione effettiva del servizio, ma l'assunzione dell'obbligo di dare o di fare. Nel caso particolare delle società per azioni il capitale sociale è suddiviso in azioni, che rappresentano dei titoli di credito trasferibili di uguale valore. Nel corso della vita di una società il capitale può essere aumentato o ridotto per mezzo di apposite delibere. |
capitolato | atto contenente l'indicazione analitica delle prestazioni assunte verso lo Stato o dallo Stato, quando un rapporto contrattuale contempli quest'ultimo tra le sue parti. Quando lo Stato, ad es., dà in appalto la costruzione di una grande opera pubblica a un privato, le prestazioni cui questo è obbligato (in termini di materiali da usare, di modalità operative, di scadenze da rispettare, di entità del corrispettivo, di penali per eventuali ritardi e di sovrapprezzi nel caso di difficoltà incontrate nel corso dei lavori) sono contenute nel capitolato (detto, nel caso del contratto d'appalto, capitolato d'oneri), anche per dar modo alle strutture amministrative preposte al controllo di conoscere con precisione i termini dell'accordo della parte pubblica con il privato. |
carta assegni | tessera rilasciata da una banca, che serve a garantire il buon fine di un assegno emesso dal cliente. Non sempre infatti un assegno viene accettato dal beneficiario, specie quando questi non conosca il traente o abbia dubbi sulla copertura effettiva dell'assegno stesso. La carta assegni, sulla quale sono riportati nome e cognome del cliente, numero di conto corrente e, talora, la fotografia, ha però un limite di garanzia della copertura, oltre il quale la banca non si impegna a pagare il beneficiario, qualora l'assegno risulti scoperto. |
carta di credito | strumento di pagamento, che consiste in una tesserina autosufficiente, cioè non collegata al rilascio di assegni (come la carta assegni), e che non richiede l'esistenza di un conto corrente presso l'ente che l'ha emessa. Per ottenere la carta di credito si inoltra domanda a una banca o a una società, su apposito modulo. Il suo uso è limitato al periodo in essa indicato, ed è rinnovabile a ogni scadenza. Il possessore può utilizzarla per pagare esercizi commerciali che hanno aderito all'iniziativa. La società emittente invia ogni mese ai titolari delle carte di credito un estratto conto con il dettaglio delle spese. L'ammontare deve essere saldato a mezzo di rimessa diretta oppure con addebito in conto corrente presso una banca incaricata. |
caso fortuito e forza maggiore | le espressioni indicano cause sopravvenute non imputabili al debitore, che rendono impossibile l'esecuzione della prestazione. Per caso fortuito si intendono le fatalità (terremoti, tempeste, valanghe, frane ecc.) e per forza maggiore una forza alla quale non si può resistere, sia essa naturale (vento, urto delle onde marine ecc.) o umana (fatto del terzo, factum principis). |
cassa di risparmio | istituto di credito con fini prevalentemente sociali, che ha lo scopo di favorire il piccolo risparmio. Per legge gli utili d'esercizio devono essere in parte destinati a scopi benefici o culturali. Le casse di risparmio sono controllate dal ministero del tesoro, che ne nomina il presidente. |
Cassa integrazione guadagni | istituto volto a garantire la continuità della retribuzione dei lavoratori per periodi di difficoltà dell'azienda. Oggi si distingue tra Cassa integrazione ordinaria e Cassa integrazione straordinaria. 1. Cassa integrazione ordinaria. L'integrazione salariale ordinaria riguarda gli operai, gli impiegati e i quadri dell'industria. è disposta in caso di riduzione o di sospensione del-l'attività produttiva dovuta a situazioni aziendali causate da circostanze temporanee non imputabili al datore di lavoro o ai dipendenti, ovvero determinate da andamenti contingenti del mercato. In presenza di una tale situazione, se da ciò può derivare l'esigenza di sospendere o ridurre temporaneamente l'attività lavorativa, è consentito al datore di lavoro di rivolgere un'istanza alla sede provinciale dell'INPS al fine di ottenere, per il periodo di sospensione o riduzione del lavoro, un'indennità pari all'80% del salario dovuto per ciascun operaio interessato. L'integrazione salariale ordinaria può essere concessa per un periodo massimo di 3 mesi continuativi, eccezionalmente prorogabili trimestralmente fino a un limite massimo complessivo di 1 anno. L'integrazione disposta per periodi non consecutivi non può superare i 12 mesi in un biennio. 2. Cassa integrazione straordinaria. L'integrazione salariale straordinaria viene concessa in caso di sospensione dell'attività lavorativa determinata da: ristrutturazione, riorganizzazione o conversione aziendale; crisi aziendale di grande rilevanza sociale in relazione al numero di lavoratori coinvolti e alla situazione produttiva del settore; fallimento, amministrazione straordinaria, concordato preventivo o liquidazione coatta amministrativa (ma solo in mancanza di continuazione dell'attività). La differenza rispetto all'integrazione ordinaria consiste nel fatto che essa non copre solamente sospensioni o contrazioni temporanee di attività, ma mira ad attutire le conseguenze di crisi economiche di durata presumibilmente anche lunga. L'intervento straordinario è dunque diretto a fronteggiare situazioni di eccedenza occupazionale e a garantire la continuità di reddito per i lavoratori coinvolti. La consultazione sindacale deve essere sempre preventiva. L'ammissione alla Cassa integrazione straordinaria è disposta con decreto del ministro del lavoro, previa conforme deliberazione del Comitato interministeriale per il coordinamento della politica industriale (CIPI). L'integrazione è anche in questo caso nella misura dell'80% della retribuzione dovuta per le ore di lavoro che avrebbero dovuto essere prestate, entro un ammontare massimo stabilito dalla legge. I limiti temporali sono diversi in relazione ai tipi di cause che possono giustificare l'intervento straordinario: 12 mesi, prorogabili per altri 12, per le ristrutturazioni e le riconversioni aziendali; 12 mesi in caso di crisi aziendale; 12 mesi, prorogabili per altri 6, quando sussistano fondate prospettive di continuazione o ripresa dell'attività, in caso di procedure concorsuali. La Cassa integrazione guadagni non può comunque protrarsi complessivamente per più di 36 mesi nel quinquennio. Essa si applica agli operai, agli impiegati e ai quadri che abbiano maturato un'anzianità aziendale di almeno 90 giorni. |
castelletto bancario | importo massimo di effetti cambiari che, in un dato momento, possono essere scontati dalla banca, o più genericamente, cifra complessiva messa a disposizione del cliente. Tale importo presuppone l'esistenza di un fido presso la banca stessa. La cifra massima messa a disposizione del cliente viene utilizzata ripetutamente, a rotazione, man mano che gli effetti scontati giungono a scadenza e vanno a buon fine. |
catering, contratto di | ha per oggetto un'attività di ristorazione gestita da un'impresa specializzata per conto di un'azienda, un ente pubblico ecc. |
causa del negozio giuridico | cc da 1343 a 1345 è uno degli elementi essenziali del negozio giuridico, e rappresenta lo scopo immediato e tipico della volizione negoziale, lo schema dell'operazione economica, la sintesi degli effetti giuridici essenziali, la funzione economico-sociale del negozio. Va distinta dai motivi, cioè da fini ulteriori, ragioni individuali o circostanze di fatto, in relazione ai quali il negozio viene concluso, che, di regola, sono irrilevanti. La causa è importante per il negozio, se è mancante (e non esiste l'obbligazione che il negozio intende eseguire, garantire, o modificare); se è illecita (perché contraria a norme imperative, all'ordine pubblico o al buon costume); se non è meritevole di tutela (priva di utilità sociale), nel qual caso l'ordinamento giuridico prevede la nullità del negozio. La causa è un requisito essenziale del negozio, e i negozi giuridici sono di regola causali, nel senso che manifestano in sé la propria causa; la legge ammette tuttavia negozi astratti, per la cui efficacia e validità si prescinde dalla causa, che, pur presente, è irrilevante (nella promessa cambiaria non si tiene conto, se non nei confronti del primo prenditore, della causa che giustifica il pagamento, per esigenze di rapidità degli scambi). |
cause legittime di prelazione | vengono così chiamate quelle particolari situazioni per cui, derogando al principio generale dell'uguaglianza dei creditori nel procedere al soddisfacimento delle proprie ragioni sui beni del debitore inadempiente, viene attribuito ad alcuni creditori il diritto di soddisfarsi prima degli altri, sopravanzandoli. Sono cause legittime di prelazione i privilegi, il pegno, l'ipoteca. Ad es., tra un creditore ordinario e uno il cui credito sia accompagnato da ipoteca, sarà quest'ultimo a essere pagato per primo. |
certezza del diritto | uno dei princìpi cardini a cui si ispira il nostro ordinamento; risponde all'esigenza di certezza dei destinatari della norma, i quali devono poter contare sulla disciplina legale in vigore per sapere quali sono gli effetti giuridici dei loro atti. Per tale ragione la norma deve essere formulata chiaramente e in modo tale da prestarsi a un'interpretazione univoca. |
cessione del contratto | cc 1406 s chi ha stipulato un contratto a prestazioni corrispettive e non l'abbia ancora eseguito, può cedere la propria posizione di contraente a una terza persona, che diventa così parte del contratto, in sostituzione del cedente. Con la cessione del contratto si realizza quindi la cessione del diritto di ottenere la controprestazione dall'altro contraente (ceduto), il quale deve acconsentire a tale cessione. |
cessione del credito | contratto in base al quale il creditore cede ad altri il suo diritto di credito, realizzando così una modificazione del rapporto di obbligazione, che resta però inalterato in tutti i restanti elementi. Diversamente da quanto accade nella cessione del contratto, il debitore ceduto non deve consentire alla cessione, essendogli sufficiente la notifica dell'avvenuta cessione, in modo che egli sappia, in ogni momento, di chi è debitore. |
chiamato all'eredità | soggetto indicato dalla legge (successione legittima) o nel testamento (successione testamentaria) come successore di una determinata persona, cioè colui in favore del quale avviene la delazione dell'eredità. Il chiamato acquista a tutti gli effetti la qualità di erede solo dopo aver accettato l'eredità. |
civil law | sistema giuridico dei Paesi nei quali il diritto è di fonte legislativa (Europa continentale, America latina, Giappone, Paesi islamici). Le norme giuridiche sono di formazione politica e i precedenti giudiziari hanno effetti soltanto marginali. |
clausola compromissoria | cpc 808 clausola contrattuale che rappresenta l'impegno delle parti a far decidere da un collegio arbitrale le eventuali questioni che potrebbero sorgere dal contratto stesso. La clausola deve essere inserita in un atto scritto, altrimenti non è valida. |
clausola penale | cc 1382 in un contratto, per scongiurare il rischio di inadempimento o di ritardo nell'adempimento, e per semplificare il calcolo del danno conseguente, le parti possono inserire una clausola penale, con la quale stabiliscono in via preventiva la somma che la parte che si renderà inadempiente dovrà all'altra, a titolo di risarcimento del danno da inadempimento, e a prescindere dall'effettivo ammontare del danno in concreto sopportato. |
clausola | cc 1322 ogni singola determinazione delle parti contenuta in un contratto. Il contratto scritto si compone pertanto di una serie più o meno estesa di clausole, che formano complessivamente il regolamento contrattuale.Qualora una clausola contrattuale concordata dalle parti sia in contrasto con una norma imperativa di legge, tale clausola è nulla cc 1419. La nullità di singole clausole, che risultino determinanti ai fini della conclusione del contratto, comporta la nullità dell'intero contratto. |
clausole vessatorie | v. condizioni generali del contratto. |
coassicurazione | cc 1911 situazione contrattuale per la quale un soggetto assicura lo stesso rischio (ad es., il furto nel proprio appartamento) presso più assicuratori, i quali hanno predeterminato tra loro le quote dell'indennità assicurata: se si verifica l'evento assicurato, ogni assicuratore sarà tenuto solo al pagamento dell'indennità in proporzione della rispettiva quota. In genere si ricorre alla coassicurazione quando si tratta di assicurare rischi particolarmente gravosi o nuovi (per cui il singolo assicuratore preferisce ripartire la propria responsabilità indennitaria), ovvero quando si tratta di assicurare contro i sinistri beni di valore elevato (una nave, un aeromobile). |
codice | con il termine 'codice' si indica la raccolta organica di tutte le disposizioni relative a una stessa materia. I codici fondamentali dell'ordinamento giuridico del nostro Stato sono quattro: il codice civile, il codice penale, il codice di procedura civile e il codice di procedura penale (ai quali va aggiunto il codice della navigazione). In ognuno di questi testi si trovano tutte le norme che disciplinano le rispettive materie: diritto civile, diritto penale, diritto processuale civile e diritto processuale penale (per gli altri tipi di diritto non ci sono codici veri e propri, ma soltanto raccolte di leggi, come nel caso del codice della strada). Ogni codice è suddiviso in libri, titoli, capi e sezioni: tale suddivisione è utile ai fini della ricerca dei singoli argomenti. Ogni norma del codice è contrassegnata da un numero cardinale; gli articoli sono disposti in ordine numerico progressivo (nel codice civile da 1 a 2969). Gli articoli sono divisi in commi, che hanno inizio a ogni capoverso. |
comitati interministeriali | organi collegiali composti da più ministri e generalmente anche da funzionari della pubblica amministrazione e da esperti. Il loro compito è quello di preparare l'attività del governo in determinati settori che coinvolgono le competenze e l'attività di più ministri. Nel 1988 si è delegato il governo ad emanare norme volte a riordinare e ridurre il numero dei comitati interministeriali esistenti. In attuazione di tale delega sono stati soppressi tutti i comitati interministeriali, salvo CIPE (comitato interministeriale per la programmazione economica), CICR (comitato interministeriale per il credito e il risparmio) e CIS (comitato interministeriale per le informazioni e la sicurezza). |
comitato dei creditori | Lf 41 è nominato, su istanza del curatore, con provvedimento del giudice delegato ed è composto di 3 o di 5 membri scelti fra i creditori. Ha funzioni prettamente consultive: i pareri non sono vincolanti per gli organi fallimentari, a eccezione di quello relativo alla continuazione temporanea dell'esercizio di impresa; tale parere infatti, se negativo, impedisce al tribunale di disporre la continuazione. |
commissari straordinari del governo | sono organi nominati per sostituire gli organi ordinari che per varie ragioni sono impossibilitati a svolgere le loro funzioni. Un esempio di commissario straordinario è costituito da quello per la protezione civile nominato dal ministero dell'interno di concerto con il ministro della protezione civile, in caso di catastrofi o calamità naturali. |
commissario del governo | organo individuale dello Stato che svolge funzioni di controllo sulle Regioni. Ha il compito di: - proporre al governo lo scioglimento dell'assemblea regionale per persistente violazione dello statuto; - trasmettere tutti gli atti di rispettiva competenza tra governo e Regione; - controllare gli atti della Regione e gli organi regionali, riferendo al governo sulle loro inadempienze. È un organo gerarchicamente subordinato al governo e deve considerarsi organo locale, burocraticamente decentrato dell'amministrazione statale. È nominato su deliberazione del Consiglio dei ministri e viene scelto fra i funzionari statali. Generalmente si identifica nel prefetto della Provincia della città capoluogo della Regione. |
commissario prefettizio | organo individuale di controllo, gerarchicamente subordinato al prefetto. Il commissario viene inviato dal prefetto presso le amministrazioni degli enti locali territoriali e istituzionali, per compiere in caso di ritardo o di omissione da parte degli organi ordinari, previamente e tempestivamente invitati a provvedere, atti obbligatori per legge, o per reggerli per il periodo di tempo strettamente necessario qualora non possano, per qualsiasi ragione, funzionare. |
common law | , sistema giuridico dei Paesi anglosassoni nei quali il diritto è di formazione prevalentemente giudiziaria. Il giudice nel decidere il caso sottoposto al suo esame, anziché da norme generali ed astratte, è vincolato dalle precedenti sentenze emesse in casi analoghi. Lo strumento mediante il quale la common law si evolve è il distinguishing: con questo istituto il giudice stabilisce che, nonostante le apparenti analogie, il caso a lui sottoposto si differenzia da quelli esaminati in passato, sottraendosi in tal modo all'autorità del precedente. |
comodato | cc 1803 s contratto a titolo gratuito, in base al quale una parte (comodante) consegna a un'altra (comodatario) un bene mobile o immobile, perché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire il bene ricevuto alla scadenza convenuta. Tratto caratteristico del comodato è la gratuità; ciò nonostante, rimane nell'ambito del comodato quel rapporto contrattuale nel quale chi riceve la cosa si obbliga a pagare le spese e gli oneri relativi all'uso di essa. |
competenza della pubblica amministrazione | indica l'ambito entro il quale un certo settore della pubblica amministrazione può esplicare la sua potestà, e l'insieme dei compiti a essa affidati. Si distinguono tre tipi di competenza: a) per materia: indica l'attribuzione ai vari settori della pubblica amministrazione dei compiti e delle funzioni che essi devono svolgere; b) per territorio: indica l'attribuzione di funzioni effettuata all'interno dello stesso settore della pubblica amministrazione in base al diverso ambito territoriale di azione; c) per grado: indica l'attribuzione all'interno dello stesso ramo di amministrazione della stessa materia, ma in modo differenziato tra i vari organi in base al loro grado gerarchico, in modo che l'organo superiore abbia funzioni diverse da quello inferiore. 1. Incompetenza. La mancata osservanza dei criteri di competenza dà luogo alla cosiddetta incompetenza che, a seconda della gravità, si distingue in assoluta e relativa (v.). L'incompetenza assoluta si verifica quando un settore della pubblica amministrazione esercita i propri poteri in una materia attribuita a un altro potere dello Stato (ad es., quello giudiziario), oppure emana un atto che rientra in un settore completamente diverso dal suo e riservato a un'altra amministrazione. |
comunione del muro | v. appoggio, costruzioni in, e distanze nelle costruzioni. |
concessione | provvedimento con cui la pubblica amministrazione amplia la sfera giuridica del destinatario, concedendogli un diritto o una potestà di cui egli prima non era titolare. |
concordato stragiudiziale | quando l'imprenditore si trova in stato di insolvenza, ma riesce a trovare un accordo con tutti i suoi creditori, in modo tale che nessuno possa chiedere il fallimento, realizza un concordato stragiudiziale. Il debitore mira a evitare il fallimento e a eliminare lo stato di insolvenza attraverso un accordo di tipo contrattuale con i creditori, e quindi completamente al di fuori di ogni controllo o intervento dell'autorità giudiziaria. È definito concordato stragiudiziale il complesso degli accordi raggiunti con ciascuno dei creditori. Soltanto un accordo positivo con ciascun creditore pone il debitore al riparo da una richiesta di fallimento: se un creditore insoddisfatto richiede il fallimento, non è di alcun ostacolo alla dichiarazione del fallimento il fatto che con tutti gli altri sia stato raggiunto un accordo. |
condizione | cc 1353 avvenimento futuro e incerto, dal quale le parti di un contratto intendono far iniziare o far cessare gli effetti del contratto. La condizione, a seconda dei suoi effetti, si distingue in sospensiva, se l'effetto negoziale, mancante in un primo tempo, si produce successivamente al verificarsi dell'evento futuro e incerto cui è subordinato (ad es., la vendita di un terreno con effetto sospeso, subordinato alla condizione della successiva inclusione dell'area fra quelle destinate a verde pubblico), e risolutiva, se l'effetto negoziale, prodottosi immediatamente, viene meno all'avverarsi della condizione (la vendita di un terreno, con effetto immediato, destinato a venir meno nel caso della successiva inclusione dell'area fra quelle suscettibili di edificazione). Rispetto alla causa produttrice dell'avvenimento, la condizione si distingue in: casuale, se dipendente dal caso o da terzi (ad es., se la lira verrà svalutata); potestativa, se dipendente dalla volontà di una delle parti (ad es., se si cambierà lavoro); mista, se subordinata alla volontà di una delle parti, e a un fatto esterno a tale volontà (ad es., se la banca accoglierà la richiesta di finanziamento). La condizione illecita rende nullo il negozio, sia essa sospensiva o risolutiva. La condizione impossibile risolutiva si ha come non apposta, giacché il negozio rimarrà valido per sempre e i suoi effetti risultano definitivi; la condizione impossibile sospensiva, rinviando l'efficacia del negozio a un momento che non verrà mai, rende nullo il negozio. Il periodo di tempo in cui è incerto il verificarsi dell'avvenimento si dice di pendenza della condizione. |
condizioni generali del contratto | contenuti contrattuali predisposti a stampa da una parte, che l'altra parte si limita ad accettare, apponendovi la sua firma, senza trattativa (ad es., nel caso di una polizza di assicurazione). Tali contenuti sono vincolanti cc 1341 per la parte che sottoscrive se erano noti al momento della conclusione del contratto, ovvero se avrebbero dovuto essere noti, usando la normale diligenza, che impone, almeno, l'attenta lettura di ciò che si firma. Il legislatore interviene, pertanto, al fine di tutelare in qualche misura il contraente debole, prescrivendo che le cosiddette clausole vessatorie, ossia le clausole che pregiudicano ingiustificatamente l'interesse del consumatore/utente, debbono essere specificamente approvate per iscritto, e quindi risultare non solo potenzialmente conoscibili, ma effettivamente conosciute dall'aderente. Le clausole aggiunte al modulo e quindi presumibilmente derivanti da contrattazione individuale, prevalgono su quelle stampate, anche se non si sia proceduto a depennare queste ultime. |
condono edilizio | sanatoria ottenibile presso l'autorità comunale da coloro che hanno eseguito opere senza chiedere l'autorizzazione o concessione prescritta dalla legge o hanno costruito in parziale o totale difformità da essa. Per ottenere il condono ed estinguere il reato il soggetto interessato deve corrispondere all'erario l'ammontare di una somma di denaro (oblazione) determinata dalla legge. Previsto già dalla legge Bucalossi del '77, il condono ha costituito specifico oggetto della legge 47/85 e più recentemente della legge 724/94. |
conferimenti nelle società | attribuzioni cui è tenuto il socio per far sì che la società possa svolgere e finanziare la propria attività. Nella società di persone il socio è obbligato cc 2253 a eseguire i conferimenti determinati dal contratto sociale; se questi non sono determinati, il socio deve conferire quanto necessario per il conseguimento dell'oggetto sociale. Possono cc 2254 s essere conferite non solo somme di denaro, ma anche crediti o beni, mobili o immobili; i beni possono poi essere conferiti in proprietà, ovvero in godimento. Può essere conferita anche l'attività personale del socio, che viene detto in tal caso socio d'opera. Nella società per azioni cc 2342 s, se nulla è stabilito dall'atto costitutivo, i conferimenti devono farsi in denaro: la somma dei conferimenti corrisponde al capitale versato nella società. Anche nella società per azioni il conferimento può essere effettuato con beni in natura (non, invece, con prestazioni d'opera o di servizi), purché sia presentata una relazione giurata, redatta da un esperto designato dal presidente del tribunale, che attesti che il valore del conferimento non è inferiore al valore nominale delle azioni corrispondenti. |
confessione | dichiarazione che una parte fa della verità di fatti a essa sfavorevoli e favorevoli all'altra parte. Se la confessione è resa in giudizio, tanto se è spontanea quanto se provocata mediante interrogatorio formale, viene denominata confessione giudiziale. La confessione giudiziale ha l'efficacia tipica della prova legale, nel senso che è preclusa al giudice una libera valutazione dei fatti essendo egli vincolato a quanto è stato affermato in modo assoluto. La confessione è stragiudiziale quando non è fatta in corso di giudizio. Ha la stessa efficacia di quella giudiziale, anche se bisogna provare che sia realmente avvenuta (se la confessione è stata resa verbalmente dovrà essere provata a mezzo di testimoni; se invece è avvenuta per iscritto si dovrà produrre tale atto nel procedimento in corso). |
coniugio | rapporto giuridico fra i coniugi che si determina per effetto del matrimonio. |
Consiglio di gabinetto | organo collegiale, composto da sette o otto ministri, nominati dal presidente del Consiglio sentito il Consiglio dei ministri. Svolge funzioni meramente istruttorie e mai deliberative, in quanto esamina in via preventiva gli aspetti più rilevanti della politica governativa come, ad es., la discussione degli schemi dei disegni di legge in funzione della successiva deliberazione del Consiglio dei ministri. |
Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro | (CNEL), organo ausiliario del governo e del Parlamento. Dà pareri non vincolanti alle Camere, al governo e alle Regioni su indirizzi di politica economica, finanziaria e sociale; svolge anche una funzione di iniziativa legislativa sulle materie di propria competenza e può compiere studi e indagini in materie economiche. È un organo collegiale composto da 111 membri, 99 dei quali sono rappresentanti delle categorie produttive di beni e servizi nei settori pubblico e privato. |
CONSOB | (sigla per Commissione nazionale per le società e la borsa), organismo istituito L 216 7/6/1974 per esercitare varie forme di controllo sulla gestione dei più importanti operatori finanziari, e tutelare la regolarità e la trasparenza del mercato mobiliare, in vista anche degli interessi dei risparmiatori. I suoi compiti sono stati specificati da vari provvedimenti legislativi. 1. Società sottoposte al controllo della CONSOB. Sono sottoposte al controllo della CONSOB L 281 4/6/1985 le società con azioni quotate in borsa, le società con azioni ammesse al mercato ristretto, le società che controllano o partecipano a tali società, le società fiduciarie e altri enti economico-finanziari, tra i quali i più importanti sono le società finanziarie di partecipazione con capitale sociale superiore ai 20 miliardi di lire e gli enti emittenti valori mobiliari di sollecitazione per il pubblico risparmio. Società e operatori economici devono comunicare alla CONSOB la documentazione più importante, relativa alla vita della società (i bilanci, le proposte di modificazioni dell'atto costitutivo, i verbali delle assemblee). 2. Competenze relative alla borsa. La CONSOB ha ampi poteri di controllo sulle borse valori e di organizzazione del loro funzionamento. In particolare ammette i titoli a quotazione e disciplina i sistemi di quotazione, stabilisce quali tipi di contratti si possono fare, le tariffe per i mediatori di titoli e fissa il calendario di borsa. 3. Composizione. È composta da un presidente e da 4 membri, nominati con decreto del presidente della Repubblica su proposta del governo e può essere riconfermata un'unica volta. |
consorzio | cc 2602 s associazione tra imprenditori, con lo scopo di disciplinare attività o fasi di attività comuni (ad es., più imprese industriali si consorziano per creare una comune organizzazione di distribuzione dei loro prodotti). Il contratto di consorzio deve essere stipulato per iscritto, e può riguardare qualsiasi modalità di collaborazione tra imprese. Il consorzio può essere dotato di risorse finanziarie, costituite dal fondo consortile: in ogni caso, però, i singoli consorziati non possono pretendere la divisione del fondo finché dura il consorzio, perché esso rappresenta l'unica garanzia patrimoniale dei creditori del consorzio (questi, infatti, possono rivolgersi esclusivamente al fondo consortile per il pagamento dei crediti vantati verso il consorzio). La legge L 377 10/5/1976 ha introdotto l'obbligo per i consorzi di depositare, al termine di ogni anno, il bilancio di esercizio secondo le modalità previste per il deposito del bilancio delle società per azioni; tale legge consente che i consorzi assumano la forma di società. È riconducibile alla forma giuridica del consorzio il cartello tra imprese volto a disciplinare o limitare la concorrenza tra le imprese che vi aderiscono. Si differenziano da tali consorzi i consorzi obbligatori tra esercenti della medesima attività economica (ad es., per l'ammasso dei prodotti agricoli), e i consorzi tra proprietari terrieri, volti alla costruzione di installazioni e impianti comuni (ad es., una rete di canali per l'irrigazione). |
consuetudine | fonte non scritta e non statuale di produzione di norme giuridiche, consistente nella pratica generale (cioè da parte di un intero nucleo sociale, e non di alcune persone isolate), costante (cioè ripetuta nel tempo, senza significative interruzioni) e uniforme (cioè senza contemporanea presenza di pratiche diverse), di un dato comportamento in determinate circostanze. 1. Rilevanza giuridica della consuetudine. Nella gerarchia delle fonti del diritto, compaiono all'ultimo livello gli usi o consuetudini. L'elemento di fatto della ripetizione uniforme, generale e costante di un determinato comportamento non è però sufficiente a individuare la consuetudine quale fonte del diritto. Accanto a esso deve ricorrere, infatti, un secondo elemento, di carattere psicologico: la convinzione dell'obbligatorietà giuridica di tale comportamento. Nel moderno diritto dell'Europa continentale, la consuetudine ha perso gran parte della propria rilevanza, essendo stata ampiamente soppiantata dal diritto scritto (non così nei Paesi anglosassoni, dove conserva tuttora importanza fondamentale e costituisce la base del common law). a) Consuetudini secundum legem. Nelle materie regolate da leggi o regolamenti, la consuetudine ha efficacia solo qualora consista in usi espressamente richiamati dalle leggi o regolamenti stessi (consuetudine secundum legem). Il codice civile richiama frequentemente le consuetudini, sia regolando determinati rapporti in via generale e rimettendo agli usi per una regolamentazione più dettagliata, sia stabilendo che determinate norme non valgono se esiste in materia un uso diverso. b) Consuetudini praeter legem.Le consuetudini hanno, invece, piena efficacia nelle materie non disciplinate da leggi o regolamenti (cosiddette praeter legem): esse compaiono in materie che lo Stato rinuncia a disciplinare con norme scritte, e, se lecite e giuridicamente rilevanti, suppliscono in tale ambito alla legge, pur restando in posizione subordinata rispetto alle altre fonti del diritto; la loro efficacia viene automaticamente meno qualora una legge o un regolamento intervengano a disciplinare la materia. c) Consuetudini contra legem.Nel nostro ordinamento non hanno efficacia normativa, e anzi rappresentano una violazione del diritto, le cosiddette consuetudini contra legem, cioè contrastanti con il dettato delle norme scritte. |
consulente tecnico | organo ausiliario individuale al quale il giudice può rivolgersi nello svolgimento della propria attività, quando l'oggetto della lite implichi questioni non risolvibili in base alle nozioni di comune esperienza. Nel giudizio civile si distingue tra consulente tecnico del giudice, o consulente tecnico d'ufficio (CTU), e consulente di parte (CTP), che ovviamente non rientra tra gli ausiliari del giudice. Presso ogni tribunale viene disposta l'istituzione di un albo del CTU diviso nelle seguenti categorie: medico-chirurgica, industriale, commerciale, agricola, bancaria, assicurativa. |
conto corrente ordinario | il codice civile distingue dal conto corrente bancario il conto corrente ordinario, stipulato fra soggetti (per lo più imprenditori) che intrattengono rapporti permanenti di affari dando luogo nel tempo ad una pluralità di reciproci crediti e debiti. Con questo contratto le parti si obbligano a non pretendere, l'una dall'altra, i rispettivi crediti e a metterli in conto: si attua, così, il meccanismo della compensazione e solo alla scadenza stabilita dal contratto, la parte che risulterà creditrice potrà esigere il saldo. |
conto economico dei profitti e delle perdite | v. bilancio di società . |
contratto a favore del terzo | il contratto può avere effetti anche verso una persona che non lo abbia stipulato, sempre che si tratti di effetti favorevoli (acquisto di diritti). Il codice civile cc 1411 contempla espressamente la figura del contratto a favore del terzo, stabilendo che l'acquisto del diritto in capo a quest'ultimo si verifica senza che egli debba in qualche modo aderire al contratto (salva la sua possibilità di rifiutare). Dal momento della stipulazione del contratto in suo favore, il terzo acquista il diritto, ma fino a che non ha dichiarato ai contraenti che intende approfittarne, la parte del contratto che ha inteso attribuirgli un diritto può modificare e anche revocare tale stipulazione a suo favore. |
contratto di formazione e lavoro | tipo di contratto individuale di lavoro subordinato che ha lo scopo di avviare al lavoro e alla formazione professionale giovani compresi tra i 16 e i 32 anni. La legge dl 229/1994 prevede due tipologie di contratto: il contratto di formazione e lavoro mirato all'acquisizione di professionalità intermedie o elevate, la cui durata non può superare i 24 mesi e quello mirato ad agevolare l'inserimento nel lavoro mediante un'esperienza lavorativa che consenta un adeguamento delle capacità professionali al contesto di mercato, per il quale è prevista una durata massima di 12 mesi. Alla scadenza dei termini il rapporto può essere sciolto o trasformato in un rapporto a tempo indeterminato (in questo caso il periodo di formazione e lavoro viene computato nell'anzianità di servizio. La trasformazione in rapporto a tempo indeterminato, può comunque verificarsi anche prima della scadenza del termine del contratto. Se non vengono ottemperati gli obblighi formativi il contratto si converte retroattivamente in contratto a tempo indeterminato. A favore del datore di lavoro che si avvale di questo contratto la legge prevede significativi sgravi fiscali. |
contratto per persona da nominare | cc 1401 contratto nel quale una parte, al momento della conclusione dell'accordo, dichiara di riservarsi la facoltà di nominare la persona che, al suo posto, acquisterà i diritti e assumerà gli obblighi nascenti dal contratto. La dichiarazione di nomina deve intervenire entro 3 giorni dalla stipulazione del contratto, salvo che le parti non abbiano stabilito un termine diverso; tale dichiarazione di nomina, e l'accettazione del contratto da parte della persona nominata, devono avere la stessa forma del contratto. Dal momento dell'accettazione, il nominato acquista i diritti e assume gli obblighi nascenti dal contratto fin dalla sua stipulazione; se, al contrario, non vi è alcuna nomina, o se il nominato non accetta, scaduto il termine il contratto produce i suoi effetti tra i contraenti originari cc 1405. Il contratto per persona da nominare viene utilizzato, ad es., da chi non desidera apparire nelle trattative precedenti alla conclusione di un certo contratto e che vengono perciò condotte da una persona di sua fiducia (ad es., un mandatario). |
contratto preliminare | contratto tramite il quale le parti si obbligano alla conclusione di un futuro contratto definitivo. Il contratto preliminare deve contenere tutte le determinazioni essenziali per la stipulazione del contratto definitivo e deve rivestire la stessa forma del contratto definitivo cc 1351. Se una delle due parti che hanno stipulato il contratto preliminare si rifiuta di stipulare il contratto definitivo, l'altra può rivolgersi all'autorità giudiziaria e ottenere una sentenza che produca gli stessi effetti del contratto definitivo cc 2932. Nel linguaggio commerciale il contratto preliminare è detto talvolta compromesso. |
convalida | è un atto che elimina il vizio di legittimità di un atto precedentemente emanato dalla stessa autorità. Perché un atto possa essere convalidato è necessario: che sia annullabile e non nullo; che l'organo amministrativo abbia ancora, in ordine a esso, il potere di intervenire; che il vizio possa essere eliminato. |
convenzioni matrimoniali | accordi mediante i quali i coniugi e coloro che intendano sposarsi stabiliscono un regime patrimoniale diverso da quello legale ordinario relativo alla comunione dei beni. Le convenzioni cc 162 possono essere stipulate o modificate in ogni momento, fatti salvi i limiti imposti dalla legge all'autonomia degli sposi. In primo luogo cc 160, gli sposi non possono derogare né ai diritti né ai doveri previsti dalla legge per effetto del matrimonio, cioè non possono contravvenire a norme imperative quali, ad es., l'obbligo di mantenere, istruire ed educare i figli o l'obbligo reciproco di fedeltà. Essi devono enunciare in modo concreto il contenuto dei patti con i quali intendono regolare i loro rapporti. |
convivenza | situazione di fatto che si realizza quando un uomo e una donna, pur non essendo uniti tra loro in matrimonio, coabitano, realizzando una piena comunione di vita materiale e spirituale: la cosiddetta famiglia di fatto o convivenza more uxorio. Si tratta di un fenomeno sempre più presente nella nostra società e interessa soprattutto giovani coppie e persone in attesa di separazione o di divorzio. La legge non ha fino a questo momento riconosciuto una rilevanza giuridica alla convivenza, che è regolata solo in presenza di figli: una norma del codice civile cc 317 bis attribuisce l'esercizio della potestà congiuntamente a entrambi i genitori che convivono senza essere sposati. |
creditori chirografari | viene definito chirografario il titolare di un diritto di credito nascente da una scrittura privata redatta e sottoscritta di proprio pugno dal debitore. Il termine chirografario è però generalmente utilizzato nel procedimento di esecuzione e nel fallimento per indicare una più ampia categoria di creditori, quelli ordinari, in contrapposizione con i creditori privilegiati. |
creditori privilegiati | sono i creditori il cui credito è assistito da una causa legittima di prelazione: pegno, ipoteca, privilegi. |
curatore fallimentare | Lf 16 nominato con la sentenza dichiarativa di fallimento, provvede Lf 31 all'amministrazione dei beni oggetto di spossessamento, sotto la direzione del giudice tutelare, al fine di conservare i medesimi sia sul piano materiale sia su quello giuridico, per procedere poi alla loro liquidazione. Per espletare tale funzione egli può liberamente compiere gli atti di ordinaria amministrazione, mentre per quelli di straordinaria amministrazione dovrà ogni volta procurarsi l'autorizzazione del giudice delegato o quella del tribunale. |
curatore | soggetto preposto dal tribunale a integrare la volontà dell'assistito, prestando il suo consenso per la validità dell'atto. In sostanza il curatore non si sostituisce alla volontà dell'assistito, ma svolge solo una funzione di assistenza. La curatela dura in alcuni casi finché permane l'incapacità della persona; altre volte è esplicata per un solo atto o in rappresentanza di un patrimonio (cosiddetto curatore speciale). Compito del curatore è assistere l'incapace nell'amministrazione dei suoi beni, solo per gli atti di straordinaria amministrazione (ad es., per l'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario). Per la validità dell'atto cc 394 è necessario il consenso del curatore accompagnato dall'autorizzazione del giudice tutelare. |