riboflavina

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sf. [da ribo(sio)+flavina]. Vitamina del complesso B, detta anche vitamina B₂ ed epatoflavina. È chimicamente un derivato flavinico, con formula di struttura:

La riboflavina è largamente diffusa in natura, sia nel regno vegetale sia in quello animale, ma viene sintetizzata unicamente dai vegetali, in quanto l'organismo animale, pur avendo la capacità di trasformare la riboflavina nei suoi derivati biologicamente attivi, non ha il potere di sintetizzare la molecola della vitamina, che gli perviene con la dieta, soprattutto grazie all'attività della normale flora intestinale che è capace di elaborarne in abbondanza. La riboflavina entra nella costituzione degli enzimi flavinici, che intervengono nei processi di deidrogenazione. Lo stato carenziale si instaura per deficiente apporto alimentare o per insufficiente assorbimento intestinale, causato da affezioni del tubo enterico, o per un aumentato consumo non compensato dalla dieta, o, infine, per insufficiente utilizzazione, per scarsa disponibilità organica dei processi di fosforilazione. Nell'uomo la sindrome carenziale presenta caratteri simili a quelli osservabili nell'animale da laboratorio: astenia, irritabilità, disturbi digestivi, arresto della crescita. Si osservano inoltre ragadi a ventaglio agli angoli delle labbra, con screpolature e fissurazioni, ipertrofia e successivamente atrofia delle papille della lingua, dermatosi di tipo seborroico, fotofobia e cataratta. Molti studiosi attribuiscono alla riboflavina importanti funzioni nel processo della visione. È stata anche avanzata l'ipotesi che la vitamina possa trasformare raggi luminosi a corta lunghezza d'onda in raggi a lunghezza d'onda maggiore, esercitando così un effetto protettivo delle strutture sensoriali visive.

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