macroevoluzióne
sf. [macro-+evoluzione]. Nell'ambito delle teorie biologiche evolutive, indica l'evoluzione a livello delle grandi categorie tassonomiche, caratterizzata dalla presenza di importanti discontinuità. La presenza di grosse modificazioni anatomiche e fisiologiche (come quelle coinvolte, per esempio, nel passaggio dai Pesci agli Anfibi o in quello dai Rettili agli Uccelli) rende estremamente difficile spiegare i meccanismi attraverso cui si realizza la macroevoluzione. Oggi si spiega l'aristogenesi (cioè la comparsa di nuove importanti strutture) invocando diverse modalità che possono attivarsi in casi diversi: A) allometria, cioè la crescita relativa di diverse parti del corpo, crescita che può determinare un drastico cambiamento delle proporzioni corporee; B) neotenia, cioè il sopraggiungere della maturità sessuale in uno stadio morfologico giovanile. Ciò impedisce l'impostarsi dei caratteri adulti, dando così origine a forme molto diverse; C) pedomorfosi, cioè la conservazione di alcuni caratteri giovanili durante le stadio adulto. Anche questo processo può cambiare sostanzialmente l'aspetto delle forme che lo subiscono. Alla base della macroevoluzione sta il concetto di preadattamento secondo il quale solo gli animali che già possiedono una struttura in grado di modificarsi in un certo senso sono poi in grado di adattarsi agli ambienti che le necessitano. I grandi gruppi viventi, sia vegetali sia animali, anche se sono diversi nell'aspetto, presentano apparati e sistemi organici simili per le funzioni fondamentali, quali il nutrimento, la sua elaborazione o la sua digestione. Gli appartenenti a uno stesso gruppo presentano una discreta somiglianza strutturale, mentre i membri di una specie hanno una struttura del tutto simile. La ricerca di prove a favore dell'evoluzione tiene conto di alcuni caratteri che hanno un'origine comune e, quindi, indicano la discendenza da uno stesso progenitore (caratteri omologhi), mentre esistono dei caratteri adattativi che hanno funzione simile, ma una diversa origine ancestrale (caratteri analoghi). Le parti scheletriche delle ali dei pipistrelli, degli uccelli e degli pterodattili, rettili volanti ormai estinti, per esempio sono omologhe, in quanto sono tutte modificazioni della comune conformazione degli arti anteriori dei Vertebrati terrestri. Le ali degli insetti, invece, derivano da prolungamenti dell'esoscheletro e quindi sono analoghe, per la funzione che svolgono, a quelle degli altri volatili. Sia fra gli Invertebrati sia nel sistema dei Vertebrati, dai meno ai più evoluti, si ritrovano omologie in ogni apparato; per esempio, in tutti i Vertebrati il sistema nervoso comprende un encefalo, il midollo spinale e nervi spinali, che raggiungono, in numero pari, ogni parte del corpo; il cranio è seguito da una colonna vertebrale costituita da vertebre; l'apparato digerente si trova in posizione ventrale e comprende sempre fegato e pancreas; il cuore è connesso a un sistema chiuso di vasi in cui circola il sangue, la cui parte cellulare è sempre costituita da globuli bianchi ed eritrociti; gli apparati escretore e riproduttore presentano molti caratteri omologhi. Tali sistemi, inoltre, presentano cambiamenti progressivi dai Pesci fino ai Mammiferi. Alle somiglianze nella fisiologia si associano delle notevoli somiglianze nello sviluppo embriologico: gli embrioni precoci di tutti i Vertebrati si assomigliano molto. In seguito diventano riconoscibili quelli di ciascuna classe, e solo proseguendo nella crescita diventano evidenti i caratteri delle famiglie e delle specie. Alla base dei processi evolutivi, che hanno dato origine alle specie c'è l'isolamento, che può essere temporale o spaziale. Nell'isolamento temporale una specie si evolve gradualmente trasformandosi in un'altra durante un lungo periodo di tempo, mentre l'isolamento spaziale implica l'allontanamento fisico fra gruppi di una stessa popolazione originaria. Questo, a sua volta, può essere di vari tipi: a) geografico, mediante la separazione dovuta alla distanza; b) stagionale, quando due popolazioni vivono nella stessa area, ma in momenti diversi dell'anno; c) fisiologico, quando esiste incompatibilità funzionale nell'accoppiamento; d) comportamentale, quando subentra l'uso di atteggiamenti diversi. Si originano così razze diverse, o sottospecie: il passaggio da razza a specie è segnato dall'incapacità di incrocio fra due individui di diversi gruppi.