preformismo
sm. [da preformazione]. Indirizzo biologico (noto anche come teoria della preformazione) secondo cui nell'uovo (ovismo), o eventualmente nello spermatozoo (spermatismo), si trova già precostituito in miniatura, con tutte le sue parti, l'animale adulto; la formazione dell'animale era infatti intesa come un semplice svolgimento (evolutio) delle parti inviluppate in se stesse. Tale concezione, riconducibile ai presocratici, riprese vigore nella seconda metà del sec. XVII a seguito delle nuove prospettive aperte dallo studio del mondo microscopico. Le ricerche anatomiche sugli organi sessuali femminili (Stenone, Van Horn, de Graaf) e l'osservazione degli spermatozoi nel liquido seminale maschile ridiedero, infatti, per circa un secolo nuovi argomenti a sostegno della teoria della preformazione. Tra i primi a sostenere questa tesi fu Jan Swammerdam, il quale affermò che inscatolati uno dentro l'altro nelle ovaie di Eva si erano trovati al momento della creazione tutti gli individui della sua discendenza, destinata perciò a estinguersi dopo lo sviluppo dell'ultimo uovo. Ciò portò a sostenere non solo la preformazione del vivente nel singolo germe, ma anche la preesistenza di tutti i germi all'inizio del mondo, creati con un singolo atto e destinati a produrre tutte le forme successive di vita. A questa concezione creazionistica e meccanicistica della formazione dei viventi si oppose nel Settecento con sempre maggior successo la teoria dell'epigenesi, che sosteneva la formazione ex novo dell'organismo da materiale primitivamente indifferenziato.