latta¹

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sf. [sec. XIV; dal germanico Latta].

1) Nastro in acciaio laminato a freddo rivestito con stagno; tale rivestimento assicura una buona resistenza alla corrosione e non consente lo sviluppo di prodotti tossici per l'organismo. La fabbricazione della latta prevede che la lamiera sottile venga decapata con acido solforico, quindi immersa in un bagno di sego fuso e poi passata nel bagno di stagno liquido. Estratta, viene sfregata con una pelle di montone o con una stoppa impregnata di polvere di cloruro di ammonio; si ottiene così una superficie liscia e pulita. Sulla banda stagnata per immersione il quantitativo di metallo di ricoprimento si aggira sui 25-30 g/m² e può essere a spessore differenziato sulle due superfici. La stagnatura viene anche ottenuta, in particolare quando si utilizzi nastro laminato a freddo, mediante processo elettrolitico continuo, con quantitativi generalmente minori (ca. 10 g/m²) di stagno di ricoprimento. Dove la lastra viene tagliata, occorre che il ferro venga nuovamente ricoperto, per evitare la formazione, a contatto con l'acqua, di una pila, in cui il ferro funzioni da elettrodo solubile (anodo) e quindi arrugginisca.

2) Recipiente fabbricato con tale materiale, atto a contenere liquidi infiammabili e generi alimentari (in questo senso è usato anche il dim. lattina):latta di benzina; latta di vernice; latta (o lattina) d'olio.

3) Nella costruzione navale in legno, ciascuno dei corti elementi di rinforzo della struttura dei ponti, posti in mezzo ai bagli e parallelamente a essi, nei casi in cui la distanza tra due bagli continui sia un po' troppo elevata.

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