péltro

Indice

Lessico

sm. [sec. XIV; latino volg. peltrum, forse di origine ligure].

1) Lega di stagno, piombo e rame in diverse percentuali (Sn fino al 90%), che presenta facile lavorabilità e pertanto impiegata da secoli per la produzione di oggetti casalinghi. I peltri più pregiati, caratterizzati da lucentezza argentea, contengono basse percentuali di piombo mentre i peltri per oggetti di uso corrente possono contenerne sino al 40%. Per legge i diversi peltri sono marchiati onde evitare frodi.

2) Per estensione, lett., metallo in genere: “Questi non ciberà terra né peltro / ma sapienza, amore e virtute” (Dante). §

Arte

I più antichi oggetti in peltro, con forte percentuale di stagno, risalgono ai primi secoli dell'era cristiana e sono costituiti da piatti, monete, ciotole e anfore rinvenuti in varie località inglesi e classificati come oggetti di peltro “romano-britannico”. Statuine e altri oggetti ancora di epoca romana furono ritrovati in tombe copte del sec. IV. La storia vera e propria del peltro inizia però nel sec. XII con il trattato Schedula diversarum artium del monaco benedettino Theofilo, in cui sono contenute le tecniche di lavorazione e la tipologia delle stoviglie che si potevano eseguire in peltro per le necessità delle comunità conventuali, le quali divennero centri di straordinario incremento all'uso degli oggetti in peltro. In epoca medievale questi furono soprattutto diffusi tra la classe artigianale e quella mercantile. In seguito le fortune del peltro coincisero con i periodi di crisi economica, quando non fu possibile o si vietò l'uso di oggetti in metallo prezioso, da cui il peltro derivò forme e temi decorativi. L'organizzazione e le norme concernenti le tecniche di lavorazione di questa lega furono sancite col formarsi di specifiche corporazioni di maestri peltrai quasi simultaneamente in Europa nel corso del sec. XIII. Venezia già nel Quattrocento vantava una fiorente produzione di oggetti in peltro, la cui tradizione divenne fonte di un redditizio commercio. L'arte del peltro si affermò in Europa dal sec. XVI in poi, soprattutto in Francia (a Lione F. Briot produsse vasellame riccamente decorato a figure che fu largamente imitato anche all'estero), in Inghilterra (dove l'arte del peltro fu incrementata dalla presenza di manodopera ugonotta là trasferitasi) e in Germania, dove tra le produzioni più interessanti furono le brocche delle corporazioni tedesche degli arrotini, dei pannilanai e dei panettieri (esempi di brocche e caraffe, assunte anche come simboli dalle suddette corporazioni, sono conservati nei musei di Dresda, di Colonia, ecc.). Nell'Italia della seconda metà del Cinquecento il prestigio della lavorazione del peltro era affidato all'attività di poche corporazioni, che nelle loro creazioni seguirono in genere l'arte degli argentieri, aspetto che caratterizzò anche il peltro inglese. La decadenza del peltro artistico si verificò un po' dovunque verso la fine del Settecento, quando la produzione fu rivolta a oggetti di pratica utilità e perciò di forma semplice adatta ai diversi usi. D'altro canto nelle chiese molti strumenti liturgici prima in metalli preziosi furono rifatti in peltro; in età barocca, in Germania furono costruiti in peltro anche sarcofagi (Friburgo, sepolcro della cattedrale). Con l'Ottocento il peltro conobbe nuove possibilità di produzione. La lega venne utilizzata per lo più nella fabbricazione di oggetti pratici, senza tuttavia che venissero trascurate le creazioni d'arte. Il peltro era però destinato a essere soppiantato dall'affermarsi di altre leghe metalliche meno costose e più adatte alle esigenze del tempo. Diffuso nel sec. XIX ancora nel periodo della moda liberty, l'oggetto di peltro antico è entrato ormai tra gli oggetti da collezione.

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