lìquido
IndiceLessico
agg. e sm. [sec. XIV; dal latino liquídus].
1) Dello stato di aggregazione della materia nel quale le molecole presentano forze di coesione che tendono a mantenerle aderenti tra loro senza però impedire lo scorrimento delle une sulle altre. I liquidi non hanno quindi una forma propria ma assumono quella del recipiente che li contiene: stato liquido; gas liquido; corpo liquido (o liquido, sm.), che si presenta normalmente allo stato liquido: il liquido elemento, la via liquida, il mare; dieta liquida, in cui prevalgono gli alimenti liquidi. In particolare, fuso, liquefatto: il gelato è diventato liquido. Per estensione, diluito, stemperato in acqua o in un solvente: cioccolato liquido; gomma liquida. Nella loc. poco liquido, denso, fitto. § Liquidi organici, liquidi di composizione tra loro diversa, in parte autonomamente prodotti per secrezione di specifiche formazioni anatomiche, in parte trasudati dal sangue aventi per lo più funzione protettiva o di scorrimento di parti anatomiche. Liquido amniotico, contenuto nella cavità amniotica con la funzione prevalente di proteggere l'embrione dai traumi meccanici. Liquido perivitellino, soluzione colloidale emessa dal citoplasma della cellula uovo, subito dopo la fecondazione. Per il liquido cefalo-rachidiano o cerebrospinale, vedi liquor.
2) Fig., di danaro contante o di credito o debito di importo e scadenza determinabili: ho bisogno di una grossa somma liquida; il capitale non è tutto liquido.
3) In fonetica, sono dette consonanti liquide (o liquide, sf.) la l e la r; in metrica, la consonante liquida preceduta da consonante muta produce il fenomeno della correptio attica (vedi abbreviazione). Lett., chiaro, limpido, fluido: “un liquido fonte / che mormorando cade già dal monte” (Ariosto). § I grammatici latini chiamarono liquidae litterae le consonanti l, r, m, n probabilmente perché, precedute da una consonante muta, possono produrre diversi effetti prosodici (la cosiddetta positio debilis). La fonetica attuale ha limitato la definizione di liquido a l, r usando per m e n il termine di nasale. Le liquide, come le nasali, sono consonanti molto sonore, tanto che possono assumere anche la funzione sonantica o vocalica: il sistema vocalico indeuropeo conosceva le liquide sonanti (l'indiano antico ha conservato nella quale è confluita anche l'originaria ). In alcune lingue moderne si sono secondariamente sviluppate delle nuove liquide sonanti.
Fisica: generalità
Lo stato liquido può considerarsi come uno stato intermedio tra quello solido e quello aeriforme e può sempre verificarsi il passaggio dall'uno all'altro dei tre stadi. In un liquido in riposo il moto di scorrimento delle molecole le une sulle altre è continuo e si identifica con il moto di agitazione termica. In tale moto vengono a formarsi tra le molecole, per dei tempi brevissimi, cavità con diametri dell'ordine delle dimensioni molecolari che subito si richiudono riformandosi altrove; di conseguenza, i liquidi presentano in genere una densità di poco inferiore a quella del solido nel quale ciascuno di essi si trasforma per raffreddamento e sono assai poco comprimibili. Le forze di coesione che agiscono tra le molecole dei liquidi sono di diversa intensità e variano con la temperatura, dando corrispondentemente luogo a valori della viscosità diversi secondo il liquido considerato e secondo la temperatura. Tali forze possono, inoltre, essere di diversa natura: di natura prevalentemente elettrostatica come nei sali fusi, in pratica costituiti da ioni di carica opposta, oppure del tipo delle forze cosiddette di van der Waals che si esercitano tra molecole elettricamente neutre o ancora (per esempio nel caso dell'acqua) dovute alla struttura polare delle molecole del liquido che comporta l'esistenza, all'interno di ogni molecola, di zone a prevalente carica positiva accanto ad altre a prevalente carica negativa. Una molecola di un liquido che in un dato istante non sia immediatamente adiacente alla superficie che separa questo dall'atmosfera soprastante si trova soggetta alle forze attrattive esercitate dalle altre molecole che la circondano in tutte le direzioni; le molecole che in un dato istante costituiscono la superficie del liquido sono invece adiacenti a un numero di molecole minori e quelle di esse che in quell'istante presentano un'energia cinetica più elevata possono passare dalla massa liquida all'atmosfera soprastante, trasformandosi cioè in vapore. Ne deriva che tutti i liquidi, anche a temperature largamente inferiori al loro punto di ebollizione, presentano una tendenza più o meno spiccata a evaporare: tale tendenza aumenta con la temperatura perché con questa aumenta l'energia cinetica delle molecole. Dal vapore che viene così a formarsi al disopra della superficie liquida, se questo non viene di continuo asportato (per esempio ventilando la superficie stessa), le molecole presentano una certa tendenza a ritornare nella massa liquida, verso la quale la richiamano le forze attrattive prima descritte. A ogni temperatura viene così a stabilirsi un equilibrio nel quale si uguagliano il numero di molecole di liquido che, in un certo istante, evaporano e il numero di molecole che contemporaneamente condensano, ossia ritornano dallo stato gassoso a quello liquido. La pressione del vapore del liquido, in queste condizioni, prende il nome di tensione di vapore del liquido stesso e aumenta con la temperatura in ragione logaritmica (per ciò che riguarda la statica e la dinamica dei liquidi, vedi fluido) .
Chimica: cristallo liquido
Sostanza fluida dotata di particolari proprietà cristalline . Il termine cristallo liquido è impiegato per indicare le fasi intermedie (mesofasi) fra quella di solido cristallino e quella di liquido isotropo di alcune sostanze. Una sostanza può presentare diverse mesofasi con un livello di ordinamento decrescente e, per esempio, passare dalla fase di cristallo solido (cui corrisponde l'ordinamento più elevato tridimensionale) alla mesofase smettica A (in cui si conserva un ordinamento a strati), alla mesofase nematica (in cui si conserva un ordinamento lineare), alla fase liquida (che non ha ordinamento di alcun tipo). La denominazione di cristallo è legata alle proprietà ottiche (elettriche e magnetiche) anisotrope di queste fasi intermedie. Infatti la luce, quando attraversa un cristallo liquido, subisce una rotazione nel piano di polarizzazione, che è proporzionale alla lunghezza del percorso della luce nel cristallo stesso. Peraltro il cristallo liquido, grazie alle sue proprietà di fluidità e coalescenza in gocce, ha il comportamento di un liquido per cui il potere rotatorio può variare al variare di parametri fisici come la temperatura, il campo elettrico e magnetico, la concentrazione di impurezze. I cristalli liquidi sono classificati in tre tipi principali. I cristalli liquidi nematici hanno molecole di forma allungata che risultano allineate fra di loro con l'asse maggiore parallelo. In presenza di campo elettrico esterno, nel caso che l'anisotropia elettrica sia positiva, le molecole si orientano parallelamente al campo. Nel caso di anisotropia elettrica negativa esse si orientano ortogonalmente a esso. Nelle applicazioni (display) lo strato di cristalli liquidi fra due elettrodi è scelto in modo da far ruotare la luce di 90 gradi, in assenza di campo elettrico. Se il cristallo liquido è compreso fra due polarizzatori incrociati (a 90 gradi fra loro) allora la luce passa inalterata illuminando localmente uno schermo. Quando fra gli elettrodi viene applicata una tensione il potere rotatorio viene ridotto, e al limite annullato, in quanto il campo elettrico altera l'orientamento delle molecole; la luce attraversa quindi il cristallo liquido senza subire rotazioni. In questo caso i polarizzatori incrociati non lasciano emergere il fascio luminoso. L'anisotropia magnetica risulta in genere positiva cosicché le molecole si orientano parallelamente al campo magnetico. I cristalli liquidi colesterici possono considerarsi sistemi nematici bidimensionali, caratterizzati da una struttura ordinata soltanto su piani, risultando la direzione di orientamento molecolare variabile da un piano al successivo, così da ottenere una configurazione a elica di passo p. Dal punto di vista ottico, risultando tale struttura periodica con periodo p/2 (poiché molecole parallele e antiparallele possiedono le stesse proprietà), se p/2 risulta essere la lunghezza d'onda della luce visibile, essendo p in genere funzione della temperatura, risulta univoca la corrispondenza fra colore riflesso selettivamente e temperatura. Su tale proprietà si basano le termoscopie mediche. I cristalli liquidi smettici hanno struttura stratificata con un ordinamento spaziale all'interno di ogni strato. Nella mesofase smettica A le molecole sono orientate normalmente alla giacitura degli strati. Nella mesofase smettica B si ha un ordinamento esagonale all'interno degli strati. Nella mesofase smettica C le molecole sono orientate obliquamente rispetto ai piani secondo un angolo che è funzione della temperatura.
Chimica: liquido magnetico
Sostanza liquida contenente in sospensione particelle di materiale magnetico di dimensioni nell'ordine del millesimo di millimetro; a volte viene chiamato anche ferrofluido. Caratteristica di questi liquidi è l'elevatissima sensibilità ai campi magnetici, questo perché ciascuna particella in sospensione nel liquido possiede un momento magnetico proprio, cioè si comporta come una sorta di micromagnete. I principali interessi sui liquidi magnetici risiedono nelle loro proprietà ottiche: per esempio poiché le particelle di un liquido magnetico si orientano in presenza di un campo magnetico è possibile utilizzare campi magnetici per polarizzare opportunamente questi liquidi e far sì, di volta in volta, che siano trasparenti o opachi alla luce. Questo permette di misurare la viscosità dei liquidi e la presenza di deboli campi magnetici. In medicina sono utilizzati nella localizzazione di cellule cancerose e nell'industria elettronica dove vengono usati per la realizzazione di stampanti ad alta velocità.