infantilismo
sm. [sec. XX; da infantile]. Difetto di sviluppo psichico o psicosomatico dovuto a disendocrinia o a stati patologici sistematici con interessamento generale dell'organismo. L'individuo presenta nell'età adulta caratteristiche somatiche e intellettive proprie dell'infanzia: statura piccola, difetto di sviluppo degli organi genitali, assenza dei caratteri sessuali secondari, ritardo mentale. I quadri clinici più importanti sono: l'infantilismo tipo Brissaud o distiroideo, caratterizzato da aspetto grasso degli arti, persistenza di cartilagini epifisarie e ghiandola tiroide di piccole dimensioni; infantilismo tipo Lorain caratterizzato da debilitazione, forme gracili e proporzionate; l'infantilismo cerebropatico, dovuto a processi infiammatori dell'encefalo e delle meningi, durante la vita fetale e nei primi anni di vita, con particolare interessamento della regione diencefalo-ipofisaria; l'infantilismo dismetabolico, determinato da uno stato distrofico generato da gravi alterazioni del ricambio (tesaurismosi, diabete mellito, epatopatie croniche, malattie depauperanti della prima età, sindromi bantiane, ecc.); il mixedemainfantile o cretinismo sporadico; il morbo celiaco, detto anche malattia di Gee-Herter, per i quali la terapia sarà causale od ormonale. § Nel linguaggio comune, per estensione, immaturità, ingenuità eccessiva, puerilità: gli infantilismi di quella persona sono irritanti. § In etologia, comportamento infantile adottato da un individuo adulto. Infantilismi sono frequenti nel corteggiamento, nell'acquietamento e nella sottomissione. Per esempio, molti uccelli, durante il corteggiamento, chiedono cibo al partner assumendo le posizioni dei nidiacei e gli scimpanzé subordinati si accostano al cibo controllato da un maschio dominante tendendo una mano, gesto di mendicazione tipico dei piccoli. Nell'uomo, spesso le madri si rivolgono ai figli piccoli con linguaggio infantile e pure con linguaggio infantile si parlano gli innamorati.