fotogrammètrica, màcchina

macchina fotografica utilizzata esclusivamente per la fotogrammetria, detta anche macchina da presa fotogrammetrica. È costituita essenzialmente da una camera oscura rigida detta cono, da un obiettivo, da un otturatore, da un diaframma, da un magazzino, da un dispositivo di sospensione e da una serie di sistemi di comando e controllo. Alla base maggiore del cono è rigidamente montato un telaio con un piano rigorosamente rettificato, che identifica il piano focale. Sulla base minore del cono, e solidale a questo, si trova l'obiettivo. La rigidità del cono consente di misurare in laboratorio con la massima precisione (errore medio non superiore a 10 μm) la focale della macchina fotogrammetrica, detta anche distanza principale, che è uno degli elementi metrici essenziali per la fotogrammetria. Sul piano di appoggio della pellicola in corrispondenza dei quattro angoli o sulla metà dei quattro lati ci sono degli indici di riferimento, detti marche. Queste vengono impresse sui fotogrammi e servono per definire il sistema di assi cartesiani a cui riferire le coordinate dei punti immagine. L'origine del sistema è il punto principale della macchina fotogrammetrica e costituisce il secondo degli elementi metrici necessari per definire, insieme alla distanza principale, l'orientamento interno da utilizzare nella fase di restituzione. In fotogrammetria terrestre la macchina fotogrammetrica è montata su un teodolite ed è detta fototeodolite; in fotogrammetria aerea la macchina fotogrammetrica, montata su un vettore aereo, è notevolmente più complessa di un fototeodolite. Infatti il formato utile dei fotogrammi è di 23×23 cm. La macchina fotogrammetrica per riprese aeree è predisposta per imprimere sui fotogrammi altri dati ausiliari oltre alle marche, quali la focale, l'immagine della livella sferica, dell'altimetro, dell'orologio, oltre che la data del volo e il numero progressivo del fotogramma. La distanza focale più usata nelle macchine per fotogrammetria aerea è di 152 mm; per particolari riprese fotogrammetriche si possono usare anche macchine con distanze focali di 85 mm o di 300 mm. Gli obiettivi sono caratterizzati da alto potere risolutivo, bassa distorsione, accurata lavorazione delle lenti e relativo centramento: si tratta quindi di obiettivi realizzati con la migliore tecnologia nel settore ottico. L'otturatore della macchina fotogrammetrica è generalmente del tipo a lamelle ed è comandato elettronicamente da una centralina. Il diaframma, che ha il compito di limitare l'apertura utile dell'obiettivo, è del tipo a iride. Il magazzino, dove la pellicola è avvolta su un rullo cedente e accolta su un rullo ricevente, può immagazzinare pellicole di 76 m o di 120 m e possiede inoltre i dispositivi per alimentare e assicurare il contatto della pellicola al piano focale durante l'esposizione. Il dispositivo di sospensione, detto anche base, consente sia il bloccaggio della macchina fotogrammetrica alla fusoliera dell'aereo in corrispondenza della botola con dei supporti elastici sia la rotazione della macchina fotogrammetrica attorno al suo asse verticale per compensare la deriva dell'aereo, dovuta all'azione del vento quando questo agisce lungo una direzione non coincidente con l'asse della strisciata. I sistemi di comando e controllo consentono all'osservatore di controllare, oltre al buon funzionamento degli automatismi, anche il terreno sottostante mediante un cannocchiale telescopico al fine di verificare l'asse della strisciata e l'assenza di trascinamento nelle immagini. Alcune moderne macchine fotogrammetriche sono dotate di un dispositivo compensatore del trascinamento, sistemato nel magazzino porta-pellicola. Ciò consente di far volare l'aereo a velocità superiori a quelle tradizionalmente tenute durante le riprese fotogrammetriche.

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