fosfopenìa

sf. [fosfo-+-penia]. Carenza di fosforo nell'organismo. È una condizione riscontrabile nel rachitismo, nel nanismo ipofisario, nell'iperparatiroidismo e nel cosiddetto diabete fosfaturico. Anche l'assunzione abituale di diuretici, il vomito, la diarrea e, più raramente, il malassorbimento e un insufficiente apporto alimentare di fosforo, possono determinare fosfopenia. Quando la concentrazione sierica di fosforo scende sotto i 2,5 mg/100 ml si parla di ipofosforemia. Tale condizione di solito è asintomatica, ma quando la carenza è importante si possono avere astenia muscolare, anoressia, osteomalacia con dolori ossei. L'ipofosforemia può essere acuta o cronica. Il trattamento prevede principalmente la rimozione della causa. Quando i livelli di fosfato sierico scendono sotto l'1-1,5 mg/100 ml, è indicata la somministrazione di fosfati per via endovenosa in grosse dosi (0,25 mM/kg di peso corporeo in sei ore). Nelle forme più lievi i fosfati possono essere dati per via orale, anche se possono provocare diarrea. Durante la terapia è importante monitorare i livelli sierici di calcio, fosforo e potassio.

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