forzaménto
Indicesm. [sec. XIV; da forzare].
1) Atto ed effetto del forzare. In particolare, nel linguaggio militare, operazione offensiva tendente a superare di forza un ostacolo potenziato da una difesa attiva. Ne sono esempi il forzamento di un campo minato, di un corso d'acqua e, in mare, di un porto, di un blocco navale.
2) Impegno di un proiettile nella rigatura della canna all'atto dell'esplosione della carica di lancio, per effetto della pressione dei gas sviluppati. I pieni della rigatura penetrano leggermente nella superficie esterna del proiettile imponendogli un andamento elicoidale e facendogli assumere così un moto di rotazione assiale che ha lo scopo di stabilizzarne la traiettoria. Per contenere il più possibile l'usura della rigatura è necessario che la superficie esterna del proiettile abbia una durezza molto inferiore a quella dell'acciaio della canna. I proietti d'artiglieria sono dotati allo scopo di un anello esterno di rame, detto corona di forzamento.
3) Condizione in cui vengono realizzati gli accoppiamenti tra organi di macchine quando si desidera che le parti accoppiate non subiscano alcuno spostamento reciproco durante il funzionamento della macchina, anche se sottoposte a sollecitazioni particolarmente gravose per intensità o direzione. Nel caso di accoppiamenti tra alberi e ingranaggi (o cuscinetti, o volani), le tabelle ISO indicano il grado di tolleranza e di finitura superficiale richiesti per ottenere un accoppiamento stabile. Secondo le dimensioni dei pezzi, la natura del materiale e le condizioni d'esercizio, il forzamento va eseguito a freddo o previo riscaldamento del foro che, dilatandosi, consente d'inserirvi un elemento di dimensioni maggiorate. Quando il riscaldamento del foro non può superare i 200 ºC, per evitare un degrado delle caratteristiche del materiale, si ricorre anche al raffreddamento dell'albero, di solito con anidride carbonica solida.