esotismo

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sm. [sec. XIX; da esotico]. Elemento di derivazione straniera in una letteratura o in un'arte nazionale; in particolare, in linguistica, lo stesso che forestierismo. Per estensione, fascino suscitato dalle civiltà primitive o raffinate, aspirazione a raggiungere terre lontane per evadere da una situazione di crisi spirituale, da una società incapace di rinnovarsi e da una cultura priva di stimoli creativi.L'esotismo, già presente nella cultura greca, segretamente affascinata dai costumi dei popoli sciti, persiani e galati, che riprovava sul piano morale, dopo la conquista romana si diffuse dalla Grecia a Roma. Lo stesso Medioevo cristiano non fu insensibile al fascino dell'esotismo, come dimostrano i bestiari, con i loro motivi di carattere mostruoso, desunti dal mondo barbarico. L'arte tardo-gotica, con il suo amore per l'elegante e il fastoso, raffigurò frequentemente costumi orientali (Gentile da Fabriano, Pisanello, Sassetta), moda che continuò in pieno Rinascimento, specialmente nelle Adorazioni dei Magi (per esempio in Dürer). A Venezia, che intratteneva strettissimi rapporti commerciali con l'Oriente, nacque un grande interesse per l'esotico, rappresentato sia con venature fantastiche (Gentile Bellini, Veronese) sia con un forte senso di indagine ambientale (Carpaccio, Tintoretto). Le scoperte geografiche svilupparono il gusto dell'esotismo sia nella forma concreta e precisa delle relazioni di viaggio sia nella forma libera e ariosa delle descrizioni di luoghi lontani, tipiche dei poemi cavallereschi, che ispirano l'arte manierista (Cellini, Dossi). In età barocca l'esotismo costituiva un aspetto del genere pittoresco: si dipinsero turchi e pirati saraceni, animali esotici come scimmie e pappagalli che si prestano ad allegorie sui caratteri umani (Teniers, Lancret, fino a Goya), mentre suppellettili orientali sono spesso presenti nelle nature morte. Con Th. More e T. Campanella sorse un esotismo filosofico di carattere utopistico, che fu ripreso, nel Settecento, da Montesquieu e Voltaire, i quali se ne servirono per fustigare i costumi del loro tempo. Ma l'interesse per l'esotismo raggiunse, nel sec. XVIII, ben più vaste proporzioni, fino ad apparire con personaggi esotici nel teatro di C. Goldoni e di C. Gozzi, mentre si diffondeva la voga delle Mille e una notte. La moda delle cineserie investì anche la produzione raffinatissima per i circoli cortigiani: abiti, arredamenti, suppellettili, interi salottini in ceramica (come a Capodimonte), giardini. Il mito rousseauiano della natura primitiva influenzò una larga schiera di scrittori, da B. de Saint-Pierre a Chateaubriand, e s'intrecciò con il sogno edenico dei romantici e dei decadenti, per caricarsi nell'Otto-Novecento di elementi estetizzanti (la poesia neoclassica, il romanzo classicheggiante di P. Louÿs, ecc.), lussuriosi (il Flaubert di Salammbô, il Wilde di Salomè), voluttuosi (Baudelaire, Gide), sadici e cruenti (D'Annunzio). In strettissimo rapporto con la letteratura dai romantici fino ai simbolisti e ai decadentisti, l'esotismo nelle arti figurative assunse valore di stimolo stilistico ed esistenziale importantissimo, basti pensare al Marocco per Delacroix, alla Spagna per Manet, al Giappone per gli impressionisti, all'Indonesia per i simbolisti, ai Mari del Sud per Gauguin. Forme contemporanee di esotismo sono l'idealizzazione della razza negra come portatrice di valori sani e autentici (Picasso, S. Anderson, J. Baldwin), l'esaltazione del vitalismo istintivo dei Paesi latini in contrasto con il conformismo puritano del mondo anglosassone (D. H. Lawrence, E. Hemingway, F. S. Fitzgerald, H. Miller, G. Greene, ecc.), l'interesse per la fantascienza.

Per la letteratura

F. Desonay, La rêve hellénique chez les poètes parnassiens, Parigi, 1929; M. Praz, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Milano-Roma, 1930; L. Olschki, Storia letteraria delle scoperte geografiche, Firenze, 1937; G. Cocchiara, Storia del folklore in Europa, Torino, 1954; E. Zolla, L'esotismo nelle letterature moderne, Napoli, 1986.

Per l'arte

W. Gaunt, The Aesthetic Adventure, Torino, 1962; R. Bezombes, L'exotisme dans l'art et la pensée, Parigi, Bruxelles, New York, Amsterdam, Londra, 1953; J. Baltrusaitis, Le moyen âge fantastique. Antiquités et exotisme dans l'art gotique, Parigi, 1955; V. Sagalen, Saggio sull'esotismo, Ferrara, 1983.