ecbòlico

agg. e sm. (pl. m. -ci) [sec. XIX; dal greco ekbólion, mezzo per espellere il feto]. Di farmaco che, nel travaglio del parto, promuove o accentua le contrazioni ritmiche dell'utero, facilitando in tal modo l'espulsione del feto e degli annessi. I più comuni agenti ecbolici sono l'ossitocina, gli ormoni estrogeni e numerose sostanze naturali tra cui gli alcaloidi della segale cornuta, la chinina e la sparteina.

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