claudicazióne
sf. [sec. XIX; dal latino claudicatío-ōnis]. Termine usato genericamente in medicina per indicare un disturbo della deambulazione dipendente dalla diversa condizione anatomica e funzionale degli arti inferiori. È detta anche zoppia. Claudicazione anserina, lo stesso che andatura anserina. venosa, claudicazione provocata da trombosi delle vene profonde della gamba, deputate al drenaggio sanguigno della muscolatura del segmento colpito. Nella trombosi venosa acuta il polpaccio diviene teso e dolente, come rigonfio, è presente un processo infiammatorio (flebotrombosi, tromboflebite) con stasi venosa, cianosi, arto caldo, seguito da febbre e tachicardia. Nella arteriosa il dolore è fulmineo: si ha pallore della parte a valle e muscolatura contratta e scolpita sotto la cute. Se dovuta a ostruzione arteriosa cronica, su base aterosclerotica, il dolore regredisce a riposo entro pochi minuti (claudicatio intermittens, frequente al polpaccio nel cammino); in caso di embolia o trombosi acuta, la sintomatologia è persistente con contrattura dolente del muscolo e pallore ischemico. Più rara ma clinicamente ben nota, è la cerebri, cioè l'improvvisa ischemia di aree cerebrali che si manifesta con paralisi transitorie a un arto, perdita della parola con riduzione della forza a una metà del corpo, episodi di cecità brevi o sintomi analoghi. La causa, rivelabile con l'ecodoppler dei tronchi sovraortici o con l'angiografia digitale cerebrale, può essere dovuta a placche o restringimenti arteriosclerotici, anche a carico di arterie che non appartengono al distretto cerebrale (per esempio un'ostruzione all'imbocco dell'arteria succlavia. § Negli animali la claudicazione è determinata, patologicamente, dalla ineguale distribuzione sugli arti del peso del corpo, dovuta a disfunzioni o lesioni a carico dell'apparato locomotore che si traducono in alterazioni dei movimenti e di appoggio all'arto leso. Le lesioni possono essere provocate da traumi, tossicosi, infezioni, tumori. Per giudicare una claudicazione è necessario conoscere l'andatura dell'animale intesa come la somma dei movimenti ordinati e progressivi compiuti per spostarsi da un punto all'altro. La claudicazione può essere attiva se si manifesta con dolori; passiva se indolore; essenziale se è dovuta a processi morbosi degli arti, pur con localizzazioni diverse; sintomatica se la malattia è in rapporto con gli arti oppure se insorge nel caso di talune malattie: morva, setticemia, influenza, eccetera.