embolìa (medicina)

sf. [sec. XIX; da embolo]. Improvvisa occlusione di un vaso venoso o arterioso in seguito alla penetrazione nel circolo sanguigno di un corpo estraneo (embolo, coagulo, bolla d'aria, cellule neoplastiche, ecc.). § arteriosa: procede dal cuore alla periferia con l'incunearsi della masserella proiettata in circolo in un'arteria di calibro più stretto (possono essere interessate tutte le direzioni dell'arteria aorta, dalle carotidi alle arterie periferiche degli arti inferiori, che di solito sono le più interessate). § venosa: procede in senso centripeto dalla periferia in cui è originata (per esempio trombo varicoso), risalendo vene di sempre maggiore calibro: gli emboli penetrano nell'atrio destro, da questo nel ventricolo sinistro, originando l'embolia polmonare. L'obliterazione del vaso provoca spesso gravi alterazioni con la comparsa di ischemia. § amniotica: è determinata dal passaggio nel circolo materno di liquido amniotico contenente meconio e cheratina con ostruzione di arteriole polmonari materne. Il quadro clinico può sfociare nel collasso e nell'arresto cardiaco oppure provocare cuore polmonare acuto ed emorragie per coagulazione intravascolare disseminata. § gassosa: determinata dalla comparsa di particelle gassose nel sangue, può insorgere in conseguenza di interventi chirurgici, nella malattia dei cassoni, nelle decompressioni rapide (per esempio, nelle immersioni subacquee), in pratiche abortive o nel pneumatorace terapeutico. § grassosa: è dovuta al passaggio in circolo di particelle adipose provenienti da focolai di frattura. Particolarmente gravi, tanto da portare talora a morte, sono le localizzazioni cerebrali ( cerebrale). Secondo alcuni autori, gli emboli grassosi si formerebbero per coalescenza di chilomicroni in seguito a modificazioni fisico-chimiche del sangue dovute al trauma. § polmonare: è una grave occlusione completa o incompleta dell'arteria polmonare o di una delle sue branche da parte di un embolo; frequentemente è provocata da un trombo proveniente da una vena degli arti inferiori o della pelvi. Può essere lieve, e regredire spontaneamente oppure può determinare la morte immediata per insufficienza respiratoria acuta, sovraccarico cardiaco e anossia cerebrale. L'indagine diagnostica principale è la scintigrafia polmonare.

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