ventrìcolo
sm. [sec. XIV; dal latino ventricŭlus, dim. di venter-tris, ventre]. In anatomia, cavità organica di forma e ampiezza differente: ventricoli cardiaci, cavità del cuore posizionate al di sotto degli atri con cui comunicano attraverso gli orifizi atrio-ventricolari; ventricoli cerebrali, le quattro cavità encefaliche contenenti liquido cefalorachidiano; corrispondono alle vescicole cerebrali embrionali, suddivise in due laterali (primo e secondo ventricolo), uno medio (terzo ventricolo) e il quarto ventricolo. I due ventricoli laterali sono ampie cavità (originatesi dal talamencefalo) con pareti anfrattuose, che si trovano all'interno degli emisferi cerebrali, dove si estendono dal lobo frontale a quello occipitale, avendo per tetto, nella porzione anteriore, il corpo calloso e per pavimento il talamo ottico; all'interno presentano una formazione cordoniforme rossastra, il plesso coroideo, propaggine meningea da cui si origina la tela coroidea superiore. Tali ventricoli non hanno tra loro alcun collegamento ma comunicano entrambi attraverso un orifizio (foro di Monro) con il terzo ventricolo, piccola cavità imbutiforme mediana del diencefalo, posta sotto il trigono cerebrale e la tela coroidea superiore e delimitata, lateralmente, dai talami ottici. Esso è in rapporto, mediante l'acquedotto del Silvio, con il quarto ventricolo, cavità a forma di losanga situata nel romboencefalo, tra il midollo allungato e la protuberanza anulare, che ne rappresenta il pavimento, e il cervelletto, che ne costituisce la volta; nella sua parte posteriore si restringe (calamo) e dà origine al canale ependimale del midollo spinale. Nel pavimento di questo ventricolo si trovano importanti centri nervosi, taluni origine o terminazione di nervi cranici, altri responsabili della regolazione delle attività cardiaca, vasomotoria e respiratoria.