cólza

sm. o f. [sec. XIX; dal francese colza, che risale al fiammingo kohlzaad, propr. seme di cavolo]. Nome comune della pianta erbacea Brassica campestris varietà oleifera della famiglia Crocifere o Brassicacee originaria delle regioni mediterranee e diffusa nell'Europa centro-settentrionale e in India; viene coltivata sia per i semi, che sono ricchi di un olio usato per l'illuminazione e come condimento, sia come foraggera . La colza è una pianta annua a radice fittonante con foglie glauche, carnose, e fusto eretto, robusto, glabro, munito di foglie sessili e alto fino a 150 cm; ha infiorescenze a grappolo con fiori piccoli, gialli o bianchi. I frutti sono silique allungate contenenti numerosi semi sferici, grossi come quelli del miglio, di colore variabile dal bruno al rossiccio al giallo. Se ne coltivano due tipi: le forme estive, per foraggio, e le forme invernali, per il seme. Il foraggio non può essere affienato e va somministrato al bestiame con cautela, in quanto può conferire sapore e odore sgradevoli al latte. In Europa, quella della colza è tra le colture oleifere di maggior rilievo, ma in Italia, dove viene praticata per lo più nelle regioni settentrionali, ha importanza modesta.

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