bilàncio (biologia)

parametro di valutazione del ricambio materiale costituito dal rapporto tra le entrate e le uscite dei diversi costituenti organici detto bilancio organico. Il valore delle entrate è fornito dalla quantità totale dei materiali alimentari assimilati, mentre le uscite si ricavano dalla somma dei componenti organici (carboidrati, lipidi, proteineche nello stesso intervallo di tempo vengono perduti attraverso processi di escrezione e di secrezione. Particolare importanza assume il bilancio azotato, che è l'indice del ricambio delle proteine e degli amminoacidi; si determina dal rapporto tra la quota di proteine introdotte con gli alimenti e la quantità perduta nello stesso intervallo di tempo. Essendo trascurabile il tasso di prodotti terminali del catabolismo proteico eliminati per via intestinale, il valore dell'azoto urinario fornisce in pratica un'indicazione attendibile delle perdite azotate. Pertanto si parla di “equilibrio del bilancio azotato” quando l'escrezione urinaria dell'azoto ha un valore pari alla quota introdotta con le proteine della dieta. L'organismo tende a mantenere tale equilibrio, compensando entro certi limiti le variazioni delle entrate con un più o meno elevato catabolismo proteico. Il bilancio dell'azoto è negativo durante il digiuno prolungato, nel diabete pancreatico e in altre turbe del sistema endocrino; è positivo durante l'allattamento e la convalescenza da gravi malattie, oppure in seguito alla somministrazione di farmaci anabolizzanti. Il bilancio organico varia in stretto rapporto con il bilancio energetico, la cui determinazione può essere agevolmente effettuata quando si conoscano: la qualità e la quantità dei costituenti chimici degli alimenti e il loro valore calorico; i prodotti di eliminazione urinaria e intestinale; l'ossigeno assunto dall'organismo e la quantità di anidride carbonica emessa; l'energia irradiata sotto forma di calore o perduta come lavoro. Tali parametri sono evidentemente da valutare in un intervallo di tempo standard. Quando il contenuto calorico della dieta è inferiore al dispendio energetico, il bilancio energetico dell'organismo è negativo; a ciò lo stesso organismo sopperisce attraverso la mobilizzazione e la successiva utilizzazione dei depositi tissutali di glicogeni, di proteine e di grassi, fenomeno evidenziato dalla perdita di peso corporeo. Essenziale si rivela il bilancio idrico nelle malattie di maggior impegno per l'organismo e soprattutto nelle deplezioni cospicue (vomito e diarrea profusi, estese ustioni, disidratazioni da insufficiente apporto idrico specie in clima surriscaldato, nei problemi di terapia intensiva). Lo scopo è duplice: reintegrare le perdite e mantenere una situazione circolatoria tale da non andare incontro a uno shock ipovolemico, prevenendo così una insufficienza renale acuta. Il mantenere un flusso urinario sopra i 25ml/ora (in un individuo di 70 kg) permette anche di allontanare le scorie azotate, di mantenere valori ottimali per l'ematocrito, la diluizione degli elettroliti e di correggere la pressione osmoticalasmatica. A questo fine torna molto più utile, specie nelle fasi iniziali del trattamento, idratare con soluzioni colloidali ad alto peso molecolare e poco diffusibili, anche al fine di richiamare in circolo liquidi trasudati.

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