barnabiti
sm. pl. [sec. XVI; dal nome della chiesa di S. Barnaba, a Milano]. Nome della congregazione di San Paolo, detta anche dei chierici regolari di San Paolo per la concezione della pietà e del ministero sacerdotale ispirati all'apostolo. Ebbe inizio con Sant'Antonio Maria Zaccaria (1502-1539), che nel 1530 a Milano con i patrizi milanesi Bartolomeo Ferrari e Giacomo Morigia formava una comunità clericale, approvata poi il 18 febbraio 1533 da Clemente VII. Dopo aver subito un'inchiesta da parte dell'Inquisizione per eccessivo rigorismo ascetico, l'incipiente istituzione fu esentata da Paolo III dalla giurisdizione vescovile con bolle del 24 luglio 1535 e del novembre 1543. All'inizio i barnabiti si dedicarono soprattutto alla predicazione, dal sec. XVII all'educazione e all'istruzione scolastiche. I principi educativi dell'ordine sono contenuti nella Externarum scholarum disciplina Cl. Reg. S. Pauli (1665). Il corso completo di studi prevedeva sette classi; la disciplina tendeva a essere fondata più sullo stimolo dei premi che non sul timore delle punizioni; infine veniva dato rilievo al gioco come complemento allo studio per l'equilibrio dell'educando. § Nello stesso sec. XVII i barnabiti si estesero in Austria, incoraggiati da Enrico IV e Ferdinando II; nel sec. XVIII andarono in missione in Cina, Cocincina e Birmania. Ai voti consueti i barnabiti hanno poi aggiunto quelli di non aspirare alle cariche dell'ordine e di non accettarne al di fuori. Tra i barnabiti canonizzati è annoverato il primo generale dell'ordine, Alessandro Sauli, che si oppose al progetto di San Carlo Borromeo di fondere i barnabiti con gli umiliati e fu vescovo di Aleria in Corsica e di Pavia. Numerosi furono i vescovi e insigni uomini della storia e del pensiero, tra cui Giusto Guerrini, vescovo di Ginevra, Cristoforo Giarda, ultimo vescovo di Castro e martire, Giacomo Sigismondo Gérdil, filosofo, Luigi Lambruschini, che con padre Fontana ripristinò l'ordine a Roma nel 1814 e fu arcivescovo di Genova e segretario di Stato di Gregorio XVI, e infine il predicatore Giovanni Semeria. La casa generalizia è dal 1659 a Roma. Gli archivi sono alla casa madre a Milano e al S. Carlo ai Catinari a Roma.