Carlo Borromèo
Indicesanto (Arona 1538-Milano 1584). Membro di nobile famiglia, già nel 1560 ottenne la nomina a cardinale segretario di Stato e arcivescovo di Milano dallo zio, papa Pio IV, di cui fu il principale collaboratore nel Concilio tridentino, che egli stesso contribuì in modo determinante a portare a termine, provvedendo poi a rendere esecutive le sue deliberazioni. A Milano dal 1565, applicò la Controriforma, curando il rinnovamento dei costumi all'interno della Chiesa e venendo in conflitto con il governatorato spagnolo per la difesa dei diritti ecclesiastici; scese in lotta, spesso violenta, contro il protestantesimo della Svizzera ticinese, avvalendosi soprattutto dell'aiuto degli ordini religiosi, in particolar modo di quello gesuita. Il suo influsso sulla pietà controriformistica fu notevole. Esemplari la dedizione e il coraggio di cui diede prova durante la peste del 1576-77. Il suo nome va ricordato anche nella storia della pedagogia in quanto concepì il ministero episcopale come un compito di natura fondamentalmente educativa: fondò il Collegio Borromeo di Pavia (1561), il Collegio dei Nobili (1572) diretto dai gesuiti, poi dagli oblati, e la Società delle Scuole della Dottrina Cristiana per l'insegnamento del catechismo. Venne canonizzato da Paolo V nel 1610; la sua festa ricorre il 4 novembre.
G. Soranzo, San Carlo Borromeo, Milano, 1944; A. Majo, San Carlo Borromeo. Vita e azione pastorale, Milano, 1984; Giovanni Paolo II, Sulle orme di San Carlo Borromeo, Roma, 1985.