arte informale
Indicetendenza artistica di tipo astratto affermatasi dalla metà del Novecento. Il termine informale, usato dal critico francese M. Tapié nel suo libro Un art autre (1952) e destinato a prevalere su altre denominazioni intese a classificare criticamente tendenze e correnti di un ben preciso indirizzo della cultura figurativa (art autre, tachisme, astrazione lirica, action painting, espressionismo astratto, ecc.), comprende nella sua ampia definizione una condizione estetica nuova, quale si è venuta a determinare nel corso degli anni Quaranta e Cinquanta. La poetica dell'arte informale si manifestò sia in Europa sia negli Stati Uniti con conseguenze destinate a caratterizzare fortemente le tendenze dell'arte contemporanea succedutesi dagli anni Sessanta fino ai nostri giorni. Consacrata ufficialmente a Parigi con le due mostre “Vehémences confrontées” e “Signification de l'Informel” (1951), l'arte informale era stata definita anni prima con gli Ostaggi di Fautrier (1942-43) e le Hautes-Pâtes di Dubuffet (1946), che facevano seguito alla precedente serie dei Messaggi. Nella messa a punto delle origini dell'arte informale va ricordato il contributo dato nella medesima epoca dal tedesco Hans Hofmann negli Stati Uniti. Contestando tutti gli schemi del passato, la poetica dell'arte informale, fortemente impregnata delle teorie filosofiche fenomenologiche ed esistenziali, realizzò l'identificazione dell'artista con la propria opera mediante il gesto stesso del dipingere, provocando così un'incolmabile frattura tra l'importanza nuova assunta dalla tecnica e quella non più valutata della teoria e del contenuto. Va notato che è impossibile definire l'Informale come un movimento: “non è una corrente precisa: è un clima in cui rientrano diverse correnti, tutte irrazionali e quasi sempre non figurative” (G. Ballo, 1968). Componenti essenziali dell'arte informale sono in ogni caso la materia, il segno e il gesto. Tra i maggiori artisti europei materici e segnici si ricordano Fautrier, Dubuffet , Hofmann, Burri, Antoni Tápies, Wols, Hartung, Capogrossi, Fontana, Vedova, Afro, Scanavino, Mathieu, Michaux, Soulages. Negli Stati Uniti, fra i protagonisti dell'“eroica” stagione dell'action painting devono essere menzionati Pollock, de Kooning, Kline, Motherwell, Francis, Gottlieb, Baziotes. Nell'ambito della scultura, l'arte informale sfrutta le capacità espressionistiche della materia, lasciata allo stato grezzo o trattata artigianalmente, sia in soluzioni astratte sia in soluzioni dove il dato figurativo resta confinato a forme larvali e allucinate (Paolozzi, Giacometti, Richier, César, ecc.; in Italia, Fabbri). "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 9 pp 329-334"
Arte informale . Mondanité XIII-Z96 (1975) di J. Dubuffet.
De Agostini Picture Library/G. Nimatallah
Arte informale . Concetto spaziale rosa di L. Fontana (1968; Milano, Collezione Privata).
Fondazione L. Fontana
Arte informale . Alchimia, '47 di J. Pollock (Venezia, Collezione Peggy Guggenheim).
De Agostini Picture Library/S. Sutto
J. Paulhan, L'Art informel, Parigi, 1962; P. Selz, The Work of J. Dubuffet, with Textes by The Artist, New York, 1962; G. Mathieu, Au-delà du Tachisme, Parigi, 1963; E. Crispolti, Ricerche dopo l'Informale, Roma, 1968; G. Dorfles, Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al concettuale, Milano, 1990.