Macedònia (regione)
IndiceGeneralità
Regione della Penisola Balcanica, politicamente ripartita tra la Repubblica omonima, Grecia e Bulgaria. Prevalentemente montuosa, è limitata dai monti Rila e Rodope a E, dai monti Pindo, Korab e Šar a W, dallo spartiacque del bacino del Danubio a N, dal monte Olimpo e dal Mar Egeo a S. "Per la cartina geografica vedi pg. 25 del 14° volume." "Per la cartina geografica vedi il lemma del 12° volume e per la tabella riassuntiva e la cartina geografica vedi il lemma dell'Aggiornamento 1995." I maggiori fiumi sono la Mesta, la Struma e il Vardar; principali bacini lacustri sono quelli di Ocrida e di Prespa. Sulla fascia costiera il clima è di tipo mediterraneo, con estati calde e secche e inverni miti e piovosi; all'interno, invece, specie sui rilievi, presenta caratteri di continentalità e le escursioni termiche si fanno più accentuate. In greco, Makedonía; in bulgaro e serbo-croato, Makedonija; in turco, Makedonya.
Macedonia. Veduta della Valle del Drin.
De Agostini Picture Library/S. Vannini
Geografia: la Macedonia greca
Regione storico-amministrativa (34.177 km²; 2.122.000 ab.) della Grecia settentrionale, divisa in 14 nomói ed estesa sulla zona compresa tra i rilievi dei monti Pindo, il basso corso del fiume Mesta (in greco Néstos), la Macedonia ex iugoslava, la Bulgaria e il Mar Egeo. Morfologicamente è caratterizzata da numerosi rilievi, separati dalle pianure corrispondenti alle valli dei fiumi Aliákmōn, Axios e Strymón; le coste sono incise da profonde insenature e presentano la caratteristica digitazione della Penisola Calcidica. Risorse economiche sono l'agricoltura (olivo, vite, tabacco, cotone, barbabietole da zucchero, ortaggi, frutta), la pastorizia, per lo più a carattere transumante, la pesca e lo sfruttamento del sottosuolo (manganese, magnesite, cromite e lignite). Città principali sono Salonicco, Kavála, Sérrai, Véroia, Dráma e Katerínē.
Geografia: la Macedonia bulgara
Meno importante e meno estesa delle precedenti (9100 km²; 500.000 ab.), è situata nel settore sud-occidentale dello Stato e comprende il bacino superiore e medio del fiume Struma. Corrisponde in gran parte al distretto di Sofia; i centri principali della regione sono Blagojevgrad e Kjustendil.
Storia
La Macedonia s'affacciava sull'Egeo settentrionale con la Penisola Calcidica, che fu sede di numerose colonie greche e che fu controllata nel sec. V e nella prima metà del IV a. C. da Olinto e dalla Confederazione Calcidese. Al centro, in un'area fertile e pianeggiante, era situata la capitale Pella; sul mare sorgeva Tessalonica (odierna Salonicco), fondata alla fine del sec. IV a. C. da Cassandro, che divenne in età romana la più importante città macedone. I Greci consideravano i Macedoni barbari, sottoposti alla dinastia degli Argeadi. Oggi si crede che essi fossero del medesimo nucleo originario di tutte le altre popolazioni greche, ma che se ne siano distaccati presto, dando origine a una civiltà più arretrata e contaminata da elementi allogeni. Gli storici greci (in particolare Erodoto e Tucidide) cominciano a parlare della Macedonia e dei suoi re dal sec. V a. C., ma solo con Filippo II la regione ebbe parte importante nella storia greca. Fino ad allora la Macedonia era stata divisa da lotte dinastiche, dal separatismo dei singoli distretti, dalla pressione dei potenti vicini (in particolare gli Illiri e i Traci), dalle interferenze delle grandi potenze greche (Atene, Sparta e Lega Tessala). Con Filippo II e poi con Alessandro Magno la Macedonia riuscì ad affermare la sua egemonia su tutta la Grecia e si lanciò alla conquista di un impero ecumenico nel quale però finì con l'essere inevitabilmente relegata al rango di provincia, ritrovando solo in età ellenistica il proprio ruolo autonomo. Fu retta dopo alterne vicende e fino alla conquista romana dalla forte dinastia degli Antigonidi "Per la cartina storica del periodo della dinastia degli Antigonidi vedi pg. 25 del 14° volume." "Per il periodo degli Antigonidi vedi cartina al lemma del 12° volume." che mantenne sotto il suo controllo buona parte della Grecia ed ebbe un ruolo di primo piano nella vita politica del mondo mediterraneo. Dopo la battaglia di Pidna (168 a. C.) la Macedonia fu divisa dai Romani in quattro repubbliche autonome (aventi ciascuna come centri principali Anfipoli, Pelagonia, Tessalonica, Pella); nel 146 fu ridotta a provincia. Ristretta da Augusto nei suoi antichi confini, la Macedonia fu, salvo che per brevi periodi, provincia senatoria. Con il sec. III d. C. cominciò a subire gli attacchi gotici. Nell'ordinamento dioclezianeo fu divisa in due province (Macedonia Prima e Macedonia Seconda), affidate a un vicario della diocesi della Mesia. Soggetta a innumerevoli invasioni barbariche nei sec. III-XI, all'atto della spartizione dell'Impero bizantino dopo la conquista latina (1204), la Macedonia toccò a Bonifazio del Monferrato. Riconquistata sullo scorcio del sec. XIII, cadde sotto la Serbia con Stefano IX (o Sefano Uroš IV Dušan; 1308-1355) e poi, con tutta la Serbia, sotto l'Impero ottomano. Nelle due guerre balcaniche (1912-13) – la prima di Grecia, Serbia e Bulgaria contro la Turchia e la seconda dei precedenti alleati fra loro – conclusesi con la vittoria della Grecia, questa si assicurò la maggior parte della regione macedone. Dopo la catastrofe micrasiatica, nella Macedonia greca si installarono ca. 800.000 profughi dalla Turchia, rendendovi preponderante l'elemento ellenico.
Arte
L'importanza storica di questa regione nel panorama della cultura artistica della Penisola Balcanica si delineò e prese consistenza, nel succedersi dei vari dinasti, con Archelao (413-399 a. C.), che trasportò la residenza reale da Ege a Pella, e soprattutto con Filippo II, sotto il quale lo Stato macedone si consolidò con la sua trionfante espansione. Esempi dell'arte di questo periodo sono illustrati nell'architettura di quelli che furono i palazzi di Pella, Palatitza, Balla, Olinto (l'antica capitale della Confederazione Calcidese, distrutta nel 348 a. C.); nei mosaici pavimentali e nei prodotti dell'oreficeria dell'età ellenistica. Importante fu la coniazione monetaria in oro (iniziata nel sec. IV con Filippo II), attraverso la quale si svolse una raffinata arte del ritratto, che giunse fino alla monetazione della Macedonia romana (epoca in cui furono fondate numerose città: Filippi, Dion, Salonicco, Bitoli, Ocrida, Skopje, Stobi, di cui alcune poste sul percorso della via Egnazia). Documentazioni sul passaggio dall'età tardoantica all'epoca bizantina sono offerte dai mosaici (sec. V) delle chiese paleocristiane di Hosios David (del monastero di Latomos) e di S. Giorgio (trasformata in moschea nel 1591) a Salonicco. I mosaici della coeva basilica di S. Demetrio (attribuiti ai sec. V-VIII) e quelli successivi (sec. VIII-IX) nella cupola della chiesa di S. Sofia a Salonicco introducono con maggiore chiarezza allo stile bizantino, secondo modelli direttamente ispirati dall'arte imperiale di Costantinopoli. I popoli slavi meridionali elaborarono le proprie tradizioni figurative, attraverso la graduale adesione al cristianesimo, sulle componenti culturali della civiltà bizantina, alternandole, negli sviluppi successivi, a quelle della cultura occidentale (arte romanica), che sono all'origine, nella seconda metà del sec. XII, della formazione dell'arte medievale fiorita, con precise varianti stilistiche, nelle regioni serbe e macedoni dal sec. XII alla fine del XIV. Nel sec. XII pittori greci furono attivi in vari centri balcanici trasmettendovi nuove tendenze pittoriche (non più affidate alle composizioni musive, ma alla immediatezza dell'affresco). Caratteri del nuovo stile sono espressi negli affreschi della chiesa monastica di Vatopedi (Athos) e della chiesa di Kubelidiki (Castoria), caratterizzati da un'inconsueta drammaticità espressiva. Dopo la caduta di Costantinopoli (1203), una più massiccia emigrazione di artisti dalla capitale diffuse il cosiddetto stile monumentale, alle cui convenzioni si ispirò la pittura delle icone portatili per tutto il sec. XIII. L'evoluzione stilistica della pittura di icone appare strettamente legata ai caratteri della pittura ad affresco (esempi dai sec. XI-XII al sec. XV sono conservati nel Museo di Ocrida) e si perpetuò, sopravvivendo al periodo di occupazione turca, fino al sec. XVIII. Alla fine del sec. XIII la pittura religiosa macedone (e serba) attenuò, per influenza bizantina, il monumentalismo formale, rendendo il contenuto più complesso, sottolineato da uno scattante e vigoroso realismo. Interpreti di questo nuovo stile, che trovò a Salonicco il maggiore centro propulsore, furono, tra gli altri, Manuele Panselinos (affreschi a lui attribuiti figurano nelle chiese monastiche sul monte Athos di Chilandari, Protaton, Vatopedi) e i maestri Eutichio e Michele (chiesa di S. Clemente a Ocrida), successivamente (affreschi nel monastero di Sveti Nikita a Skopje, sec. XIV) esponenti di una nuova tendenza stilistica, aggiornata al gusto di Costantinopoli, che all'accento drammatico e al vigore realistico sostituì una descrizione formale e un raffinato gioco di effetti cromatici, segnando così una fase di decadenza, alla quale appartengono gli affreschi della chiesa di S. Caterina e i mosaici della chiesa dei SS. Apostoli (sec. XIV) di Salonicco. Nel sec. XV l'arte figurativa della Macedonia rielaborò, secondo una certa tendenza di gusto, modelli del passato, da quelli di età ellenistica a quelli del secolo precedente, caratterizzati dall'annullamento di autonomia della figura nel contesto del paesaggio e delle architetture. La fioritura dell'arte figurativa medievale in Macedonia è rappresentata dalle numerose opere realizzate per abbellire i capolavori dell'architettura del tempo a Ocrida (cattedrale di S. Sofia, chiese di S. Nicola Bolnicki, di Nostra Signora di Zahum); a Skopje (monasteri di Marko, di S. Andrea, di Sveti Nikita); a Strumica (monastero della Vergine "Eleusa"); a Castoria (chiese di Anargiri, di S. Stefano, di Taxiarchi), oltre alla preziosa documentazione di monumenti paleocristiani di Athos e di Filippi. Con l'avvento dei Turchi, alla fine del sec. XIV, la Macedonia divenne anche artisticamente una provincia ottomana, dove non mancano interessanti monumenti, soprattutto a Skopje, Bitola e Salonicco.
Per la geografia
E. Migliorini, Profilo geografico della Regione Balcanica, Napoli, 1965; M. Dogo, Lingua e nazionalità in Macedonia, Milano, 1985.
Per la storia
V. R. Paribeni, La Macedonia fino ad Alessandro Magno, Milano, 1947; N. G. L. Hammond, Macedonia, Oxford, 1971; V. Bucarr, La Macedonia e i macedoni, Firenze, 1979.
Per l'arte
F. Forlati, C. Brandi, Y. Froidevaux, Sainte-Sophie d'Ochrida, Parigi, 1953; A. Grabar, La peinture byzantine, Ginevra, 1953; G. Millet, La peinture du moyen âge en Yougoslavie, Parigi, 1957; Autori Vari, Magna Grecia, Epiro e Macedonia, Taranto, 1984.