Ferrara (provincia)
Indiceprovincia dell'Emilia-Romagna, 2632 km², 355.809 ab. (stima 2007), 134 ab./km², capoluogo: Ferrara. Comuni: 26. Sigla: FE.
Generalità
Occupa il settore nordorientale della regione e confina con le province di Rovigo, Mantova, Modena, Bologna e Ravenna, e a E con il mare Adriatico. Nel territorio, la cui storia è legata indissolubilmente al Po, sono distinguibili due paesaggi sensibilmente diversi: le “terre vecchie ferraresi”, denominazione che indica le terre emerse già in epoca storica e percorse da fiumi il cui corso è regolamentato da un semplice sistema di canali realizzati gradualmente nel corso dei secoli; e le “terre nuove”, cioè quelle delle “valli” dolci e salse vicino alla costa, acquisite all'insediamento e all'agricoltura da una colossale opera di bonifica realizzata nei sec. XIX-XX.
Territorio
Delimitato a N dai corsi del Po e del Po di Goro, a S dal corso del Reno, oltre il quale è la Romagna, si affaccia all'Adriatico con una sponda bassa e sabbiosa tra la bocca del Po di Goro e la foce del Reno. Il territorio, basso e pianeggiante, è costituito dalle alluvioni recenti del Po e di alcuni suoi affluenti. La parte orientale, tipicamente deltizia, è caratterizzata dalla presenza di alcuni specchi lagunari di acque salse (valli di Comacchio e valle Bertuzzi), che costituiscono il residuo di un complesso ben più vasto di stagni deltizi (di acqua dolce), al di sotto del livello del mare anche di 4 m, chiamati localmente “valli”, in gran parte bonificati e messi a coltura. Oltre ai fiumi già menzionati, attraversano la provincia anche il Po di Volano e il Po di Primaro, rami di diversione del Po, e il Panaro, suo affluente di destra. Ricade nel territorio provinciale una parte del Parco Regionale del Delta del Po, dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Il clima è di tipo semicontinentale, attenuato dagli influssi marini nella fascia costiera: le estati sono calde, gli inverni freddi, simili a quelli padani, e le precipitazioni, non abbondanti (600 mm all'anno), presentano due massimi accentuati in primavera e in autunno. Le dinamiche demografiche della provincia sono caratterizzate da una tendenza alla stabilità e, in alcune zone, da una certa diminuzione; solo il comune di Comacchio presenta un discreto aumento della popolazione residente, dovuto all'attrazione esercitata dai lidi ferraresi. La presenza di immigrati è aumentata agli inizi del sec. XXI portandosi vicino alla media nazionale. Il territorio non è densamente popolato e presenta una struttura urbana decisamente monocentrica, con il capoluogo che domina su una rete di medi e piccoli centri. Tra questi emergono Cento, Argenta e Comacchio, che hanno un rilievo provinciale, seguiti da Copparo, Bondeno, Codigoro, Portomaggiore, Mesola e Poggio Renatico, la cui importanza è più circoscritta. Le vie di comunicazione, carenti in passato e causa di un certo isolamento della provincia, la collegano in modo efficace con il resto della regione e con il Nordest. L'autostrada A13 Bologna-Padova, assieme alla SS 16 Adriatica, attraversa il territorio in senso NS, e mentre il raccordo Ferrara-Porto Garibaldi facilita il raggiungimento del litorale, la SS 309 Romea lo percorre interamente. La ferrovia, a sua volta, collega la provincia con le grandi direttrici nazionali e con l'area balneare attraverso le due linee: Bologna-Venezia e Ferrara-Ravenna.
Economia
Le grandi opere di bonifica attuate dagli Estensi a partire dal sec. XIV e quelle moderne (sec. XIX e XX) hanno favorito notevolmente lo sviluppo delle attività agricole, che costituiscono ancora la principale fonte di reddito. A queste, negli anni Cinquanta del Novecento, si aggiunse la riforma agraria con la distribuzione della terra ai piccoli contadini, processo che nel corso degli anni ha visto un certo abbandono, favorendo l'ingrandimento delle aziende attive. Poco meno dei due terzi del territorio è direttamente utilizzato a fini agrari, con assoluta prevalenza dei seminativi e delle colture legnose. Nelle “terre vecchie ferraresi” si coltivano frutta, ortaggi, cereali, barbabietole da zucchero e foraggi, che alimentano l'allevamento di bovini da latte e da carne, mentre nelle “terre nuove” ai frutteti, che caratterizzano il paesaggio delle zone alte, succedono, nelle zone più depresse, le colture erbacee (fra cui il riso), per passare ai pioppeti e ai vigneti nelle zone sabbiose prossime al litorale. Del tutto scomparsa è la coltivazione della canapa, un tempo elemento fondamentale del paesaggio. Nell'area costiera è assai sviluppata la pesca, sia quella marittima sia quella lagunare estensiva, che ha in Comacchio il suo centro principale. Nel quadro dell'economia provinciale riveste una certa importanza anche il settore secondario, pur continuando il Ferrarese a essere l'area meno industrializzata dell'Emilia-Romagna. Oltre al polo chimico dell'ENI di Ferrara, operano unità produttive nel settore meccanico, specialmente delle macchine agricole (distretto industriale di Cento). Una certa diffusione ha poi l'industria alimentare (zuccherifici, molini) e conserviera (frutta, succhi di frutta, conserve, pesce, soprattutto anguille). In continua espansione, infine, è il movimento turistico, culturale a Ferrara, città dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1995, e balneare nelle stazioni dei lidi ferraresi di Spina, degli Estensi, Porto Garibaldi, degli Scacchi, di Pomposa, delle Nazioni e di Volano.
Bibliografia
M. Ortolani, La pianura ferrarese, Napoli, 1956; C. A. Campi, La popolazione della provincia di Ferrara, in “Quaderni d'informazione CCIA Ferrara”, Ferrara, 1967; G. Corna Pellegrini, Studi e ricerche sulla regione turistica. I lidi ferraresi, Milano, 1968.