Èlena (mitologia)

(greco Hēlénē; latino Helĕna), eroina della mitologia greca. Figlia di Zeus e di Leda (o di Nemesi, secondo un'altra versione), era oggetto di culto in più di un santuario della Grecia. La bellissima Elena è al centro di numerosi miti di seduzione: rapita da Teseo, appena adolescente, sarà recuperata poi dai Dioscuri, fratelli di lei; giunta all'età matrimoniale, Tindaro (il padre putativo o “terrestre”) si trova a fronteggiare una folla di pretendenti e, per impedire che la scelta di Elena possa provocare una guerra, fa loro giurare di rispettare la scelta di Elena e di unirsi in patto di solidarietà con lo sposo prescelto. La scelta cade su Menelao, futuro re di Sparta, che, quando Paride gli rapisce la moglie, obbliga i contraenti di quel patto ad aiutarlo a riconquistarla (così nell'Iliade): vi riuscirà al termine della lunga e sanguinosa guerra di Troia. Vari sono i racconti del ritorno in patria: in uno si dice che il nipote Oreste fosse sul punto di ucciderla, per aver causato la guerra troiana, quando intervenne Apollo che la sottrasse alla vendetta di Oreste, facendola diventare una dea. Nell'OdisseaElena appare riconciliata col marito e tornata a regnare in Sparta. Stesicoro narrò per primo la leggenda che non lei fosse andata a Troia, ma un suo fantasma, leggenda che torna nell'Elena di Euripide. Nell'Eneide, infine, Enea incontra Elena in un passo discusso del II libro e a stento rinuncia a ucciderla. Nella letteratura e nel teatro moderni compare come personaggio di rilievo in due opere importanti, Troilo e Cressida (1601-02) di Shakespeare e La guerra di Troia non si farà(1935) di J. Giraudoux, nelle quali è presentata come donna di pigra sensualità, agente inconsapevole di un'incombente catastrofe, ma la sua figura è affidata all'eternità dal Faust, creazione poetica di Goethe, che nella “discesa di Faust alle madri” e nei successivi episodi del suo capolavoro fa di lei il simbolo della bellezza assoluta, cui l'uomo anela. Al mito di Elena si sono ispirati anche vari musicisti: F. Cavalli, R. Keiser e C. Saint-Saëns con opere omonime rispettivamente del 1659, 1709 e 1906, C. W. Gluck per l'opera Paride ed Elena (1770) e J. Offenbach per l'opera buffa La belle Hélène (1864). § Di Elena non sono conservate raffigurazioni come figura isolata, anche se le fonti ricordano molti dipinti, tra cui quello che Zeusi eseguì per gli Agrigentini (o per i Crotoniati). Numerosi sono invece i rilievi, i vasi dipinti, le pitture murali, gli specchi graffiti, ecc. nei quali sono raffigurate scene della vita di Elena, come la nascita dall'uovo di Leda, l'incontro e la fuga con Paride, l'incontro con Menelao la notte della caduta di Troia.

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