La Riforma protestante e la Controriforma cattolica
- Introduzione
- La Riforma protestante
- La Controriforma e il Concilio di Trento
- Approfondimenti
- Riepilogando
La Riforma protestante
L'interpretazione della Bibbia proposta da Martin Lutero (1483-1546), monaco agostiniano tedesco, era imperniata sul concetto della giustificazione per fede. La salvezza è concessa da Dio all'uomo grazie alla sua infinita misericordia, non in base ai meriti terreni. Solo la fede salva l'uomo e la fede è in primo luogo sottomissione alla Bibbia, la Parola di Dio. La Chiesa e i sacramenti non vengono più considerati il tramite necessario fra Dio e l'uomo. Le indulgenze (la remissione dei peccati concessa dal pontefice dietro versamento di denaro) non hanno alcun fondamento. Lutero compendiò le sue idee in uno scritto: Le 95 tesi (o Tesi per chiarire l'efficacia delle indulgenze) che si narra fu appeso alla porta della Chiesa di Wittenberg la notte del 31 ott. 1517. Il testo venne diffuso in tutta la Germania suscitando consensi in ogni ceto perché poneva fine al commercio delle indulgenze e toglieva fondamento al fiscalismo romano. Papa Leone X reagì con la scomunica di Lutero (Bolla Exsurge Domine del 15 giu. 1520). Nello stesso anno Lutero espose il suo pensiero in alcuni scritti: Appello alla nobiltà cristiana della nazione tedesca affinché intervenga nelle questioni religiose, La cattività babilonese della Chiesa dove denuncia la corruzione della Curia e nega la validità del sacramento della confessione, infine La libertà del cristiano, il programma del luteranesimo. Molti principi tedeschi si schierarono a favore della nuova dottrina, non l'imperatore Carlo V che convocò una Dieta a Worms, alla quale intervenne anche Lutero grazie a un salvacondotto. La Dieta si concluse senza risultati, Carlo V ne approfittò per mettere al bando Lutero (Editto di Worms del 1521), portato in salvo dall'Elettore di Sassonia. La nuova dottrina aveva suscitato molte speranze nei ceti più umili: Lutero li disilluse appoggiandosi al potere dei principi. Nel 1522 la piccola nobiltà dei cavalieri insorse in nome della nuova fede tentando di occupare le terre del vescovo di Treviri, ma furono subito annientati. Lutero si dimostrò contrario a ogni azione svolta con la forza e legittimò l'intervento dei principi. Stessa sorte toccò alla rivolta dei contadini, guidati nel 1525 dal radicale Thomas Müntzer (1490-1525), che si diffuse rapidamente in molti territori dell'Impero. La reazione dei signori fu durissima, quasi centomila furono i contadini massacrati. Negli stessi anni la Riforma giungeva in Svizzera con la predicazione di Ulderico Zwingli (1484-1531). Zwingli trovò nella libera città di Zurigo il luogo ideale per la realizzazione delle sue idee che comportavano uno stretto legame tra potere politico e religioso. La Chiesa per Zwingli era costituita dalla comunione dei credenti, la disciplina era mantenuta dal potere politico. La diffusione della Riforma fu osteggiata dai cantoni meridionali cattolici che provocarono un conflitto armato, Zwingli perse la vita nella battaglia di Kappel (1531). Ginevra divenne un altro grande centro riformatore grazie al francese Giovanni Calvino (1509-64). Il calvinismo radicalizzava la dottrina della predestinazione dell'uomo allontanandola dal suo significato originario: la riuscita in questo mondo diveniva infatti la misura del favore divino; gli eletti scelti da Dio costituivano la Chiesa dei santi, l'unico strumento per avvicinarsi al divino era la lettura della Bibbia. Le magistrature cittadine dovevano vegliare, anche con modi polizieschi, sulla condotta dei fedeli. Alcune sette poco diffuse e osteggiate dalle autorità civili e religiose (Anabattisti, anti-trinitari, sociniani) ridicolizzarono il messaggio riformatore.
la diffusione delle nuove dottrine
In Svizzera la diffusione del calvinismo soppiantò almeno in parte la dottrina di Zwingli. In Scozia il calvinismo fu diffuso dalla predicazione di John Knox. Nei Paesi Bassi l'adesione alla Riforma ebbe anche il significato di opposizione alla politica spagnola che vi aveva introdotto l'Inquisizione. La rivolta contro gli Spagnoli portò alla divisione del dominio. In Scandinavia la penetrazione della Riforma si affermò prima in Danimarca e in Svezia e successivamente in Norvegia e Finlandia. In Francia la diffusione del calvinismo fu osteggiata dai sovrani, i calvinisti detti ugonotti furono perseguitati, ciò originò i conflitti interni noti come guerre di religione. In Spagna e in Italia il protestantesimo rimase un fenomeno circoscritto.