Il disegno egemonico di Carlo V: le guerre in Italia e in Europa
- Introduzione
- L'Impero di Carlo V
- Il problema religioso
- Approfondimenti
- Riepilogando
L'Impero di Carlo V
Alla morte dell'imperatore Massimiliano I (1519), Carlo divenne il successore più probabile; da quasi un secolo infatti la corona imperiale era monopolizzata dagli Asburgo. I possedimenti e il potere che avrebbe avuto il futuro imperatore preoccupavano non poco i principi tedeschi e la Francia che temeva di ritrovarsi accerchiata. La prima candidatura proposta fu quella di Federico di Sassonia; maggiore peso e appoggio politico aveva il nome di Francesco I di Francia, sostenuto da papa Leone X. Carlo d'Asburgo cercò l'appoggio dei potenti banchieri tedeschi e italiani, grazie all'oro dei Fugger Carlo V divenne imperatore.
I territori spagnoli
I territori castigliani all'inizio del '500 furono attraversati da violenti moti di rivolta dei Comuneros (gli abitanti di Toledo e Segovia, i quali invocavano una maggiore giustizia fiscale) contro i governanti borgognoni portati con sé da Carlo V. Un movimento simile, la Germanìa, scoppiò nel Regno aragonese. Ambedue le rivolte furono domate nel 1521 grazie all'appoggio della nobiltà locale. Carlo V nel suo desiderio di realizzare un nuovo Impero universale trascurò le necessità dei territori spagnoli, nei quali era visto come un sovrano straniero, lontano dagli usi e dalle tradizioni locali, gelosamente conservate dalle Cortes, le rappresentanze cittadine.
Le guerre d'Italia
Carlo V si trovò coinvolto in un conflitto con la Francia che aveva radici lontane. La guerra per il predominio sui territori italiani aveva avuto origine con il tentativo di Carlo VIII di Francia di occupare i territori dell'Italia meridionale appartenenti agli Aragonesi, rivendicando l'eredità angioina. La spedizione di Carlo VIII non incontrò ostacoli, ma suscitò la reazione degli Stati italiani che si allearono per contrastare la sua potenza. L'alleanza, proposta da Venezia, incontrò il favore del papa, di Ludovico Sforza (signore di Milano), di Firenze, dell'Impero e della Spagna. La coalizione si scontrò con i Francesi a Fornovo (1495) senza riuscire a fermarli. La Spagna, intanto, distrusse le truppe che occupavano il Regno di Napoli. L'arrivo dei Francesi aveva provocato a Firenze una sollevazione popolare con la proclamazione della Repubblica. Il successore di Carlo VIII, Luigi XII, rivolse la sua attenzione al Ducato di Milano quale discendente dai Visconti. Gli accordi con Venezia (che si impossessò di Cremona e dei territori vicini) e con il papa (intesi a favorire la creazione di un principato per Cesare Borgia, figlio del pontefice) permisero una facile conquista. Gli Spagnoli intanto sostituirono la dinastia aragonese presente nel Sud Italia. L'armistizio di Lione (1504) sanzionò la divisione dell'Italia in due zone d'influenza: francese al Nord, spagnola al Sud. L'espansione di Venezia nei territori papali provocò la nascita di un'alleanza in funzione anti-veneta, la Lega di Cambrai composta dal papa, dalla Francia, dall'Impero e dai Savoia. Sconfitta la Repubblica Veneta ad Agnadello (1509), il papa indisse una nuova alleanza, la Lega Santa (appoggiata da Spagna, Inghilterra, Venezia), per ridimensionare il potere francese. La battaglia di Ravenna non rappresentò una sconfitta militare per i Francesi che videro tornare i Medici a Firenze e gli Sforza a Milano. Nel 1515 moriva Luigi XII; il nuovo re Francesco I pose come obiettivo la riconquista di Milano difesa dagli Svizzeri. Lo scontro, vittorioso per i Francesi, avvenne a Melegnano. Il Trattato di Noyon (1516) ristabilì la pace. Carlo V nel 1521 scese in Italia per riconquistare il Milanese a Francesco I, sconfisse i Francesi a Pavia (1525) e prese il re di Francia come ostaggio. Col Trattato di Madrid (1526) si impose la restaurazione degli Sforza e la rinuncia delle pretese francesi sull'Italia. Francesco I, liberato, non rispettò gli accordi e scatenò la guerra contro l'imperatore con l'appoggio dell'Inghilterra, del papa, di Milano e di Venezia (Lega di Cognac). L'esercito imperiale formato in gran parte dai lanzichenecchi luterani giunse sino a Roma e la saccheggiò (1527). L'imperatore giunse a un compromesso con il papa e con la Francia (Pace di Cambrai, 1529) sancito dall'incoronazione imperiale per mano del pontefice (1530). Nel 1535 con la morte dello Sforza Milano passò agli Spagnoli, la Francia si alleò con gli Svizzeri e l'Impero con il Papato: la guerra continuò fra alterne vicende fino a quando la Pace di Crépy (1544) confermò lo Stato di Milano all'imperatore. Nel 1552 Enrico II, re di Francia, riprese la guerra, sospesa nel 1556. La battaglia di San Quintino condotta da Filippo II vide la definitiva sconfitta dei Francesi sanzionata dalla Pace di Cateau-Cambrésis (1559) con la quale la Francia rinunciò a ogni pretesa sui territori italiani.
La politica estera
Carlo V rafforzò i legami con l'altro Stato iberico sposando nel 1526 Isabella del Portogallo. Nel 1512 era stata conquistata anche la Navarra, unita poi al Regno di Castiglia. Mantenne un atteggiamento difensivo quando Solimano II riprese l'avanzata nei Balcani; dopo la sconfitta di Luigi II Jagellone (Mohacs, 1526) e l'elezione del fratello Ferdinando a re d'Ungheria, difese i confini meridionali e Vienna assediata (1529). Nel Mediterraneo operò contro gli Stati barbareschi del Nord Africa che minacciavano le rotte commerciali riuscendo a conquistare Tunisi (1535), mentre senza fortuna fu la spedizione contro Algeri (1541).