Il disegno egemonico di Carlo V: le guerre in Italia e in Europa

Il problema religioso

Dopo aver messo al bando Lutero con l'Editto di Worms (1521), Carlo V cercò di convincere il pontefice a convocare un Concilio generale della Chiesa e si adoperò per salvaguardare l'unità politica e religiosa dell'Impero. Fallito il tentativo di conciliazione con i luterani (Dieta di Augusta del 1530), Carlo V affrontò i principi luterani che avevano costituito la Lega di Smalcalda, guidata dall'Elettore di Sassonia. Li sconfisse nella battaglia di Mühlberg (24 apr. 1547), ultimo successo contro i protestanti. Alla fine, costretto a combattere su più fronti, dovette accettare la tregua di Passau (1552), preludio alla Pace di Augusta: (1555), nella quale venne fissato il principio del cuius regio eius et religio, “di chi il paese di quello anche la religione”, cioè la libertà di culto per i principi luterani e l'obbligo dei sudditi di accettare la confessione del sovrano. Si sanciva così la divisione religiosa dei territori dell'Impero.

L'abdicazione

Nel 1556, dopo aver visto fallire tutti i suoi ideali, Carlo V abdicò: rinunciò ai Paesi Bassi, ai Regni di Aragona, Sicilia, Castiglia, e alle colonie americane in favore del figlio Filippo II, che aveva investito dello Stato di Milano e del Regno di Napoli. Al fratello Ferdinando, re di Boemia e Ungheria, lasciò i domini austriaci. Si ritirò poi in convento in Estremadura.