La lotta per le investiture
Il Concordato di Worms
Nel 1088 fu eletto papa il cluniacense Oddone, col nome di Urbano II (1088-1099). Cercando di isolare sia Enrico IV che l'antipapa, svolse una politica di conciliazione nei confronti degli ecclesiastici tedeschi e italiani. Nel 1095 Enrico IV scese in Italia a combattere Matilde di Canossa ma fu fermato dal figlio ribelle Corrado che, in accordo con Matilde e le città di Piacenza, Lodi, Milano e Cremona, lo costrinse a ritirarsi. La lotta tra Impero e Chiesa continuò con Pasquale II (1099-1118) e il nuovo imperatore Enrico V (che aveva spodestato il padre). Sceso in Italia nel 1110, l'imperatore arrestò il papa costringendolo a incoronarlo imperatore e a riconoscergli il diritto di nominare i vescovi. Non appena fu libero il papa dichiarò l'invalidità di ogni decisione a cui era stato costretto con la forza, provocando una nuova discesa dell'imperatore in Italia (1116). Nel frattempo, nel 1115 era morta Matilde di Canossa che aveva lasciato tutti i suoi domini alla Chiesa. Enrico V fece invalidare il testamento e si impossessò di tutti i territori. La soluzione alla lotta per le investiture si trovò al tempo di papa Callisto II (1119-1124). A Worms nel 1122 papa e imperatore stipularono un accordo: Enrico V rinunciava a conferire le investiture religiose, Callisto II concedeva che in Germania esse avvenissero alla presenza dell'imperatore, il quale avrebbe conferito loro i benefici temporali prima della consacrazione.