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Claude Lévi-Strauss Bruxelles 1908 - Parigi 2009 antropologo francese | È considerato il fondatore dell’antropologia strutturale, che interpreta i fatti sociali come messaggi e sistemi di comunicazione assumendo come guida dell’indagine antropologica il concetto di struttura quale “sistema di relazioni latenti nell’oggetto”. Scopo delle scienze umane e sociali è allora elaborare modelli idonei a svelare le regole “latenti” che condizionano il comportamento umano. A tal fine l’antropologia si deve ispirare alla linguistica, nel presupposto che si dia una stretta corrispondenza di strutture formali tra sistemi sociali e sistemi linguistici. Con l’analisi strutturale Lévi-Strauss applica una trattazione matematico-linguistica ai fatti sociali, dalla quale deve derivare la formulazione della logica interna ai modelli culturali. Identificando tale logica si può, a suo avviso, pervenire a una conoscenza autentica del corpo sociale, ottenendo in tal modo di anticipare osservazioni o addirittura di prevedere col ragionamento fatti che potranno poi essere verificati. Particolare importanza ha l’applicazione del metodo strutturalistico allo studio dei miti. Tra le opere: Le strutture elementari della parentela (1947); Tristi tropici (1955); Antropologia strutturale (1958); Il totemismo oggi (1962); Il pensiero selvaggio (1964); Mitologica: I, Il crudo e il cotto (1964), II, Dal miele alle ceneri (1966), III, L’origine delle buone maniere a tavola (1968), IV, L’uomo nudo (1974); Lo sguardo da lontano (1983); Storia di Lince (1991), Ascoltare, guardare, leggere (1999). |
Thomas Luckmann Jesenice, Slovenia, 1927 sociologo statunitense | Rappresentante della sociologia fenomenologica, ha pubblicato, con P. Berger, La realtà come costruzione sociale (1966), in cui presenta come complementari il punto di vista di M. Weber, secondo il quale la società è il prodotto dell'agire sociale degli individui reciprocamente orientati, e quello di E. Durkheim, secondo il quale i fatti sociali sono esterni e coercitivi rispetto all'individuo. Questi due diversi approcci separano i due momenti di un processo in realtà unico, tramite cui si costituisce la società quale originaria attribuzione di significati, che vengono successivamente istituzionalizzati dai soggetti nelle loro interazioni sociali: solo i significati istituzionalizzati vengono percepiti come sociali. Luckmann si è dedicato anche a studi di sociologia della religione, che ha analizzato come forma di agire sociale mediante la quale gli individui entrano in una relazione privata e socialmente invisibile con ciò che percepiscono come esterno alla loro vita quotidiana (La religione invisibile, 1969; La situazione religiosa in Europa, 1999). |
Niklas Luhmann Luneburgo 1927 - Bielefeld 1998 sociologo tedesco | È considerato il capofila dell'indirizzo sistemico, o neofunzionalistico, per il quale è necessario indagare la società a partire dalla sua rete di funzioni e di articolazioni. Per Luhmann la ricerca sociale e giuridica ha come compito primario quello di favorire la riduzione della complessità, opera, questa, necessaria a garantire la governabilità di sistemi politici e sociali sempre più complessi. Al riguardo Luhmann ha proposto di pensare la società come un oggetto capace di autodescriversi, essendo la società un sistema autopoietico. In quanto sistema, la società può distinguersi dal proprio ambiente; in quanto autopoietica, è in grado di riprodurre autonomamente gli elementi di cui si compone, assicurando le condizioni della propria esistenza. L'elemento base della società è costituito dalla comunicazione: ogni comunicazione può produrre nuova comunicazione, anche quando quest'ultima si presenta come negazione della prima. Da queste basi Luhmann ha sviluppato un'analisi articolata dello sviluppo della società e della continua crescita della sua complessità. Fra le numerose pubblicazioni: Illuminismo sociologico (1970), Potere e complessità sociale (1975), Sistemi sociali (1984), La scienza della società (1990) Osservazione del moderno (1992). |