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Auguste Comte Montpellier 1798 - Parigi 1857 filosofo e sociologo francese | È considerato il fondatore del positivismo e l’iniziatore della sociologia con la pubblicazione del Corso di filosofia positiva (1832-42) e di altre due due opere fondamentali, il Sistema di politica positiva o trattato di sociologia (1851-54) e il Catechismo positivista (1852), in cui formulò la legge dei tre stadi della storia umana (teologico, metafisico, positivo) e un originale modello di riclassificazione delle scienze. Per primo Comte sviluppa, nel quadro di un approccio sistematico, il concetto di sociologia intesa come nuova scienza della società e al tempo stesso come approdo logico del processo evolutivo della conoscenza scientifica. La “nuova scienza” s’inscrive, per Comte, in un ambizioso progetto che muove dalla matematica per toccare l’astronomia, la fisica, la chimica, la biologia fino alla sociologia, appunto, escludendo tutte le discipline non passibili di produrre risultati verificabili e “oggettivi”. Il disegno comtiano è peraltro attraversato da una vena di misticismo e di moralismo che finisce per rappresentare la sociologia come una sorta di nuova religione dell’umanità, di cui l’intellettuale-sociologo è il sacerdote. Questa religiosità laica è alla base della legge dei tre stadi di sviluppo dell’umanità, rielaborazione di impronta scientistica di vecchie concezioni cicliche ed evoluzionistiche della storia, riscattate in nome dell’idea positivistica di progresso. Il primo stadio (teologico) è connotato dall’idea di una diretta e costante presenza del sovrannaturale nell’ordine dei fenomeni naturali e degli eventi storici; prevalgono l’ordine monarchico-aristocratico, il potere militare e le culture politiche dell’assolutismo, inteso come espressione di una volontà divina. Il secondo stadio (metafisico) si accompagna, invece, alla ricerca delle cause invisibili dei fenomeni, producendo insieme la scienza moderna e un ordine politico fondato sull’identità di cultura e di sangue (nazionalismo) e sul potere dei giuristi. Solo nel terzo stadio (positivo), con l’avvento della società industriale, l’umanità può affrancarsi dalle eredità della tradizione e della superstizione per volgersi allo studio delle cause ultime e all’affermazione della nozione di scienza positiva. Scienza che, da un lato, si caratterizza come individuazione dei nessi e delle sequenze sistematiche operanti dietro l’apparente casualità dei fenomeni naturali, mentre dall’altro consente all’umanità, liberata dalle tenebre della pseudo-scienza metafisica, di assicurarsi il controllo e il dominio razionale sulle energie primarie: il potere deve passare agli scienziati. La fisica sociale (o sociologia) eredita la funzione di organizzazione del sapere propria della filosofia, trasformandola però in qualcosa di più compiuto e sistematico, dal momento che la nuova scienza studia tanto l’ordine sociale (con la statica) quanto il mutamento (con la dinamica). La visione mistica di Comte si accentua con gli anni, portandolo a pontificare sulla nuova religione dell’umanità, incentrata sul culto del Grande Essere e su un nuovo martirologio profano, sino a giungere alle soglie della costruzione di un vero e proprio movimento esoterico. Un approdo intellettuale per certi aspetti sconcertante, che non può però cancellare la grande intuizione di Comte, che per primo coglie l’importanza sociale della scienza, descrivendo l’incipiente società industriale come realtà dominata dal calcolo, dalla razionalità tecnica, dalla cultura degli specialismi professionali e dal continuo processo di trasformazione delle strutture e delle relazioni fra gli uomini. |
Charles H. Cooley Ann Arbor 1864-1929 sociologo statunitense | Partendo dal presupposto evoluzionistico di una relazione organica tra società e individuo, ma rigettando il determinismo psicologico, esaminò importanti fenomeni sociali, come gli aspetti dell’organizzazione, la comunicazione, lo spirito democratico, le classi sociali, le istituzioni, la volontà pubblica. Nell’opera Organizzazione sociale, del 1909, Cooley sostenne una teoria organica della società: la società è un tutto, composto da parti differenziate, che si rende visibile e stabile attraverso le organizzazioni e le istituzioni. Organizzazioni e istituzioni svolgono infatti una funzione positiva di integrazione sociale, incarnando al tempo stesso i processi di identificazione degli individui. Individui e società sono complementari: l’identità individuale ha origine sociale e si forma nelle relazioni faccia a faccia all’interno dei “gruppi primari”, basati sull’incontro ravvicinato, sulla familiarità e sulla cooperazione. Tra le opere: La natura umana e l’ordine sociale (1902), Organizzazione sociale (1909), Il processo sociale (1918). |
Franco Crespi Trezzo d'Adda 1930 sociologo italiano | Docente all’Università di Perugia, è studioso molto sensibile al rapporto fra filosofia e scienze sociali. Ha dedicato importanti ricerche e analisi ai significati simbolici dell’azione sociale e al ruolo del soggetto nei movimenti di azione collettiva. Fra i suoi lavori principali Esistenza e simbolico (1978), Le vie della sociologia (1985), Azione sociale e potere (1989), Il pensiero sociologico (2002). |