Le teorie
La teoria dell'agire comunicativo
Jürgen Habermas, sociologo e filosofo tedesco appartenente alla scuola di Francoforte (scuola filosofica di ispirazione marxista a cui appartengono Adorno, Horkheimer e Marcuse), è il fondatore della teoria dell'agire comunicativo. Habermas tenta di sviluppare una teoria globale dell'azione sociale, nei suoi aspetti soggettivi, strutturali ed evolutivi. Oltre a numerosi rimandi a diverse correnti filosofiche e psicologiche, i richiami sociologici maggiormente presenti nel pensiero di Habermas sono la teoria dell'azione di Weber, l'interazionismo simbolico di Mead, la sociologia fenomenologica di Schütz, il funzionalismo e l'etnometodologia di Garfinkel e Cicourel. In Habermas l'agire viene considerato nei termini di un'interazione che si costituisce in base a regole fondate nella comunicazione linguistica; da qui l'interesse nei confronti dei modelli universali dell'agire che strutturano la comunicazione linguistica come un insieme di dire e di fare (universali pragmatici). Va comunque precisato il carattere duplice della comunicazione. Se la comunicazione è indirizzata alla produzione di convinzioni finalizzate al consenso nei confronti del potere costituito, l'interiorizzazione di forme ideologiche codificate provoca nel soggetto forme comunicative sistematicamente distorte. È comunque all'interno del rapporto comunicativo che devono essere colti i presupposti generali impliciti di razionalità e verità che, se esplicitati, consentono di distinguere la comunicazione distorta da quella autentica. Da qui la possibilità di un agire comunicativo orientato alla comprensione, che si contrappone all'agire orientato al successo e finalizzato al perseguimento di interessi.
Nell'analisi del concetto globale di società, si riscontra la contrapposizione tra mondo della vita e sistema di azioni. Mentre il mondo della vita corrisponde alla prospettiva di soggetti partecipanti a processi di interpretazione, il sistema di azioni risponde a esigenze funzionali alla riproduzione stabile della società e risulta articolato in sottosistemi, tra cui il settore economico e il settore politico amministrativo. Lo sforzo è allora quello di elaborare, sulla base dei presupposti impliciti in ogni comunicazione, una teoria che consenta di dedurre dalla logica del linguaggio corrente il principio di un discorso razionale come regola necessaria di ogni discorso reale. Al tempo stesso debbono essere prese in esame le strutture del sistema di dominio dell'organizzazione della produzione e la modificazione delle immagini linguistiche del mondo che esse producono.