Le teorie
La teoria dei sistemi
La teoria generale dei sistemi, elaborata dall'epistemologo Ludwig von Bertalanffy e arricchitasi degli apporti di molteplici discipline (cibernetica, psicologia, biologia, tecniche dei sistemi meccanici ecc.), ha avuto profonde ripercussioni in ambito sociologico, dando vita ad approcci che vanno dal neofunzionalismo di Niklas Luhmann alla teoria strategica e sistemica dell'organizzazione di Michel Crozier ed Erhard Friedberg alla teoria dello scambio di George C. Homans, Peter Blau e Richard Emerson.
La teoria generale dei sistemi ricorre al concetto matematico di funzione (relazione di interdipendenza tra variabili diverse) sulla base del quale essa esamina i rapporti che vengono a stabilirsi di fatto tra gli elementi diversi del sistema considerato. Col termine sistema si intende una realtà complessa i cui elementi interagiscono reciprocamente, secondo un modello di circolarità in base al quale ogni elemento condiziona l'altro ed è da esso a sua volta condizionato. Il significato di ogni singolo elemento non va pertanto ricercato nell'elemento stesso, quanto nel sistema di relazioni in cui esso è inserito. Va inoltre notato che, diversamente dalla prospettiva funzionalista, che considerava il sistema sociale come unità già data, nella teoria dei sistemi si ritiene che il sistema derivi da un processo di selezione messo in atto dall'osservatore che, in base ai propri interessi scientifici, prende in considerazione determinati elementi e non altri. Il sistema non va pertanto inteso come qualcosa che esiste nella realtà, quanto piuttosto come un'elaborazione teorica, sulla cui base è possibile rendere ragione di determinati fenomeni.
La considerazione dei fenomeni nel loro reciproco rapportarsi fa sì che i sistemi non siano qualcosa di statico, ma in costante evoluzione (o involuzione) dinamica. Va notato che tale dinamica è particolarmente presente nei sistemi in cui sono più frequenti le relazioni con l'ambiente circostante (sistemi aperti). Le nuove istanze che via via si presentano nell'ambiente danno origine a variazioni dinamiche che tendono a riportare l'insieme a una situazione di nuovo equilibrio.
Secondo Luhmann, tanto il sistema che l'ambiente vanno intesi come parte determinata di una complessità indeterminabile: il mondo. È questo l'insieme delle illimitate possibilità, che come tale non può mai essere circoscritto e che comprende sia l'ambiente (l'insieme delle possibilità determinabili presenti in una situazione concreta), sia il sistema, (prodotto determinato, costituitosi in base all'effettiva selezione di alcune delle possibilità determinabili dell'ambiente e alla negazione di quasi tutte le altre). Il sistema sociale serve a mediare il rapporto uomo-mondo, altrimenti reso estremamente difficoltoso dalla complessità del mondo stesso. Il sistema sociale infatti semplifica la complessità, innanzi tutto stabilendo una differenza tra un dentro e un fuori, e quindi strutturando il proprio ambito di senso. Si formano così, all'interno del mondo, come delle isole a complessità ridotta: i sistemi sociali, il cui grado di complessità varia secondo lo sviluppo e la capacità di selezione e di organizzazione strutturale dei sistemi stessi. Dato che i sistemi sociali si costituiscono in base a un senso condiviso, l'analisi dei processi comunicativi si pone come essenziale all'interno della stessa ricerca sociale.