La diseguaglianza
Introduzione
La nozione di stratificazione sociale è, come si è accennato sopra, strettamente connessa a quella di diseguaglianza. Dire che la società è stratificata significa, infatti, che in essa si manifestano differenze di potere, di ricchezza, di reddito, di cultura, di speranze di vita, di stili di vita e così via, ossia nella società vigono diverse forme di diseguaglianza. Analizzare la stratificazione sociale vuol dire quindi anche studiare come l'appartenenza a una casta, a un ceto, ma soprattutto, nel mondo industrializzato, a una classe sociale influenzi la vita degli individui e dei gruppi.
In tutte le società individui e gruppi tendono a distinguersi gli uni dagli altri e a trattare in modo diverso coloro che hanno certe caratteristiche rispetto a coloro che ne sono privi. I fattori in base ai quali vengono operate queste distinzioni possono essere di ordine biologico, economico o culturale. Così, alcune società sottolineano la distinzione tra vecchi e giovani o tra maschi e femmine; altre accentuano la differenza di religione, oppure il colore della pelle, o la forza fisica, o il livello di istruzione. Il risultato di tutte queste differenziazioni è la diseguaglianza sociale, cioè la differenziazione degli accessi alle ricompense sociali (come il denaro, il potere, il prestigio).
La diseguaglianza sociale pare essere un fenomeno comune a tutte le società conosciute, grandi o piccole, presenti o passate. Ma, mentre in alcune società più semplici la diseguaglianza sociale può essere causata esclusivamente dalle diverse caratteristiche individuali (forza, abilità, intelligenza, bellezza ecc.), nelle società più articolate sono interi strati sociali ad avere uno status superiore o inferiore rispetto ad altri. Questa diseguaglianza, insita nella struttura sociale, viene trasmessa da una generazione all'altra.