La classificazione dei climi
L'estrema variabilità dei fattori climatici e la loro interazione determinano la presenza sulla Terra di una grande varietà di climi locali; tuttavia, il loro numero può essere ridotto a un numero più limitato di climi che interessano vaste aree della Terra (fig. 18.1).
Numerosi e diversi sono i criteri suggeriti per classificare i climi: la classificazione più nota è quella proposta dal meteorologo russo Wladimir Köppen (1864-1940), che si basa soprattutto sulla distribuzione geografica delle associazioni vegetali, cioè l'insieme delle diverse specie di piante caratteristico di in una determinata area: ma, avendo le piante determinate esigenze climatiche (di temperatura, di umidità ecc.) per poter vivere e crescere in una certa zona, le associazioni vegetali sono anche indice del clima di una data regione.
La classificazione di Köppen prevede cinque gruppi climatici (disposti in fasce nella direzione dei paralleli e simmetrici nei due emisferi, a nord e a sud dell'Equatore), che corrispondono alle grandi associazioni vegetali presenti sulla Terra e che sono distinti soprattutto in base alle temperature medie; all'interno dei gruppi climatici sono compresi diversi tipi climatici, che si differenziano in base alla quantità e alla distribuzione delle precipitazioni nell'arco dell'anno (tab. 18.1).
I gruppi climatici vengono distinti in:
- climi megatermici, in cui la temperatura media del mese più freddo è superiore a 15 °C, a loro volta distinti in climi megatermici umidi e climi megatermici aridi, a seconda della quantità delle precipitazioni;
- climi mesotermici, in cui la temperatura media del mese più freddo è compresa tra 2 e 15 °C;
- climi microtermici, in cui la temperatura media del mese più freddo è uguale o inferiore a – 2 °C e la temperatura media del mese più caldo è uguale o superiore a 10 °C;
- climi nivali, in cui la temperatura del mese più caldo è inferiore a 10 °C.
Non esiste un confine netto fra zone adiacenti appartenenti a gruppi o a tipi climatici diversi: il passaggio da un gruppo o tipo climatico a un altro avviene in modo graduale, per cui esistono zone caratterizzate da climi di transizione.