Musica tra le due guerre mondiali
- Introduzione
- Bartók e Kodály: tradizione popolare ed etnomusicologia
- Erik Satie e il Gruppo dei "Sei"
- Paul Hindemith e la musica della "Nuova oggettività"
- La musica italiana
- La musica in Spagna: de Falla
- La scuola russa
- Sergej Prokof'ev
- Poetica della teatralità musicale: Dmitrij Šostakovič
- La musica del Nord
- La musica inglese
- La musica negli Stati Uniti
- Riepilogando
In sintesi
Redazione De Agostini
Bartók | È specialmente nella musica da camera e per pianoforte (per esempio, Allegro barbaro, 1911; Suite op. 14, 1916) che Bartók assimilò, facendoli confluire, il patrimonio popolare e la musica contemporanea, in particolar modo francese, insieme alla scoperta della modalità. Bartók si avvicinò al teatro con l'opera in un atto Il castello del principe Barbablù (1911, rappresentata nel 1918), per poi proiettarsi verso la violenza espressionista con la pantomima Il mandarino meraviglioso (1918-19, rappresentata nel 1926). In seguito produsse una serie di capolavori, quali i Quartetti nn. 3-6, i primi due Concerti per pianoforte (1926, 1930-31), la Musica per archi, percussione e celesta (1936), la Sonata per due pianoforti e percussione (1937). Vanno infine ricordate le raccolte didattiche Per bambini (1908-09, revisione 1945) e Mikrokosmos (6 quaderni, 1926-1939). |
Kodály | Dal 1905 Kodály si dedicò, per circa vent'anni, alla raccolta della musica popolare ungherese, dapprima da solo e dal 1906 in compagnia di B. Bartók. Come compositore esordì con pezzi pianistici e, insieme con Bartók, con Venti canti popolari ungheresi (1906) per voce e pianoforte, armonizzati in un contesto pentatonico e modale. Compose pezzi orchestrali e corali fra cui: Psalmus Hungaricus (1923), le Danze di Galánta (1934), le Variazioni su un canto popolare (dette Variazioni del pavone, 1938-39), la Sinfonia (1962). Operò decisamente per diffondere l'educazione musicale. |
Satie | Nella produzione di Satie si distingue solitamente una prima fase, caratterizzata da scoperte armoniche che anticipano Debussy e da una staticità fuori dal tempo (Gymnopédies, 1888; Gnossiennes, 1890), da una seconda fase, caratterizzata da un atteggiamento dadaista ante litteram e dalla provocatoria rinuncia a ogni dimensione espressiva, per concentrarsi sulla concretezza di oggetti musicali logorati. Non a caso, la sua lezione è parsa attuale a un compositore come J. Cage. |
Il Gruppo dei "Sei" | Intorno al 1918, e sino al 1824, un gruppo di giovani compositori (D. Milhaud, A. Honegger, F. Poulenc, G. Auric, L. Durey, G. Tailleferre) si trovò unito dall'ammirazione per Satie, oltre che per la polemica antiromantica, per il gusto per una radicale semplificazione del linguaggio, l'ironia e il sarcasmo dissacratori, la creazione di oggetti sonori semplici, fuori da ogni accademica aulicità. |
Paul Hindemith e la musica della "Nuova oggettività" | Antiromantico e cultore convinto dell'oggettivismo musicale, compose musica di impressionante vitalità ritmica, liberissima nell'armonia, ma solidamente contrappuntistica e legata alla grande tradizione barocca tedesca. Nel genere strumentale creò la Gebrauchsmusik ("musica d'uso"), di facile realizzazione tecnica e con evidenti intenti pedagogici. Nel corso degli anni Trenta lo stile di Hindemith andò evolvendosi verso un'armonia meno aspra e su una concezione formale di carattere solidamente costruttivo. Appartengono a quest'ultima fase l'opera Mathis der Maler (1938; da cui la nota Sinfonia), la Sinfonia Serena (1946), l'opera L'armonia del mondo (1957). |
Respighi | Respighi partecipò allo sforzo di ritrovare una tradizione italiana strumentale, guardando insieme alle vicende musicali europee. I suoi esiti più significativi sono: Fontane di Roma (1916), Pini di Roma (1924) e Feste romane (1928), 3 suite, le impressioni sinfoniche Vetrate di chiesa (1926), il Concerto gregoriano per violino (1921), il Concerto in modo misolidio per pianoforte (1924), Metamorphoseon modi XII (1930). |
Malipiero | Intese recuperare la tradizione musicale italiana rinascimentale e barocca e insieme agganciare le esperienze delle avanguardie storiche mitteleuropee: elementi elaborati in funzione antiromantica, attraverso una scrittura di ispirazione essenzialmente vocalistica, articolata in episodi di grande libertà ritmica. |
De Falla | Strinse amicizia con F. García Lorca e approfondì la conoscenza del cante jondo e dell'antica musica spagnola. Dopo il balletto La vida breve, in cui l'ispirazione spagnola si unì per certi aspetti al gusto verista, i tre pezzi per pianoforte e orchestra Notti nei giardini di Spagna (1915) segnarono il momento della piena maturità. Superò le ascendenze impressionistiche in nome di una strumentazione più essenziale e di una sottolineatura dell'aspetto ritmico. |
Rachmaninov | Esordì come pianista, rivelandosi ben presto insigne virtuoso. Influenzato da P.I. Cajkovskij, fu incline a un eclettismo fra la scuola nazionale e il tardo romanticismo europeo. Fra le sue composizioni più celebri si ricordano le opere Aleko (1893) e Francesca da Rimini (1906), le 3 sinfonie, i 4 concerti per pianoforte e orchestra, le Danze sinfoniche, il poema sinfonico L'isola dei morti (1907), la Liturgia di S. Giovanni Crisostomo per coro (1910), i Lieder per canto e pianoforte. |
Prokof'ev | Estraneo alla problematica delle espressioni più complesse e avanzate della musica del Novecento, le sue aggressive asprezze timbriche e armoniche, il violento dinamismo, il gusto per un pianismo "percussivo" non rifiutarono mai una sostanziale disponibilità alla comunicazione. Della sua vastissima produzione si ricordano le opere teatrali, fra cui L'amore delle tre melarance (1919), L'angelo di fuoco (1919-27), il suo capolavoro, condotto sul filo di un'incandescente tensione, le 7 sinfonie, la favola sinfonica Pierino e il lupo, vari concerti, sonate e altra musica per piano e da camera. Fra le partiture composte per il cinema le più famose sono quelle per Aleksandr Nevskij (1938) e per le due parti di Ivan il Terribile (1944-46) di S.M. Ejzenstejn. |
Sostakovic | Gli aspetti più accentuatamente graffianti e satirici della vena di Sostakovic si ravvisano in un capolavoro come Il naso (1930), mentre l'altra sua opera teatrale, Lady Macbeth del distretto di Mtzensk (1934; 1963), ne rivela la violenta vena drammatica. Della sua vastissima e discontinua produzione si ricordano le 15 sinfonie, le cantate e le liriche, la musica da camera e per pianoforte. Riorchestrò, inoltre, il Boris Godunov e la Kovàncina di Musorgskij. |
Sibelius | Compositore dal linguaggio raffinato, legato a modelli del tardo romanticismo tedesco e nutrito di elementi folclorici finnici, evocò i paesaggi nordici e narrò le antiche storie del suo popolo. La sua opera comprende il lavoro teatrale La fanciulla nella torre (1896), musiche di scena fra cui La morte (1903), dove si trova il famoso Valzer triste, poemi sinfonici, 7 sinfonie (1899-1924), alcune suite sinfoniche, un Concerto (1903) e sei Humoresques (1917-18) per violino e orchestra, il quartetto Voces intimae (1909), musiche pianistiche, cori e Lieder. |
Williams | Compositore eclettico, elegante e abile, sostanzialmente legato al tardo romanticismo tedesco. Notevoli le sue 9 sinfonie e le 7 opere teatrali; il resto della sua vastissima produzione comprende balletti, musiche di scena, composizioni religiose e cameristiche. |
Ives | Musicista isolato, ancora oggi il mondo di Ives riesce difficilmente accessibile per il tipo di comunicazione totalmente nuova, in cui segnali acustici familiari si uniscono a dissonanze arditissime, aggregati politonali, macchie sonore. Opere: 4 sinfonie (1896-1916), più l'incompiuta Universe Simphony, The Unanswered Question (1908) per orchestra; studi e sonate per pianoforte, 2 quartetti, 4 sonate per violino e pianoforte e circa 150 Songs. |
Gershwin | Gershwin fu uno dei musicisti più popolari e di straordinaria fecondità di invenzione melodica del XX secolo. Affinò la sua superba tecnica pianistica imitando i pianisti di ragtime bianchi e soprattutto neri. In breve si impose a Broadway come autore di musiche per riviste. Nel 1924 P. Whiteman gli commissionò una pagina di jazz sinfonico per la sua orchestra, la Rhapsody in Blue, che lo consacrò e contiene splendide idee melodiche. In seguito Gershwin affinò la sua padronanza delle tecniche compositive, creando, fra l'altro, il Concerto in Fa (1925), Un americano a Parigi (1928) e l'opera Porgy and Bess (1935), tutta ispirata al canto popolare nero e solo tardivamente riconosciuta come capolavoro del teatro musicale moderno. |